sabato 9 novembre 2013
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All’interno della Fiera “Fa la cosa giusta”si è svolta anche l’iniziati­va Slot Mob, una battaglia civi­le promossa da un cartello di associazioni contro il gioco d’azzardo e per il buon gioco . Anche qui gli organizzatori hanno individuato un bar “de­slotizzato”, cioè che si è rifiuta­to di collocare le macchinette.
Lucio Gionti gestisce il Caffè del Kassaro avviato da suo pa­dre nel 1957. «Dal 1994 lo ge­stisco io – racconta Gionti – e nel 1996 proprio nel mio loca­le nacque il primo caffè con­certo ». Fu un successo eccezionale che deve aver richiamato le at­tenzioni di Cosa Nostra che infat­ti, subito dopo, fa giungere richie­ste di pizzo. «Sempre telefo­niche – dice Gionti – alle qua­li rispondevo di presentarsi perché li volevo vedere in fac­cia, e potevo andarli a denun­ziare ». E non finisce qui. Nel 2008 riprendono le pressanti telefonate e Gionti aderisce al Comitato Addio pizzo.
«Una mattina – racconta Gionti – si presentano nel mio locale due persone con una slot-machine che poggiano sul bancone. E­ra il modo silen­zioso, da parte della mafia, di entrare nel mio locale. Mi rifiu­tai assoluta­mente di instal­lare quella mac­chinetta nel mio locale, dicen­do che se non l’avessero tolta loro, l’avrei presa io e gettata per strada. Non so cosa è suc­cesso ma devo essere stato as­solutamente convincente. Se ne andarono».
Gionti ha sempre avuto un sen­so etico del denaro e del lavo­ro. Ancor oggi, ad esempio, nel suo locale non esiste il conge-­latore: la spesa viene fatta ogni giorno, scegliendo prodotti a chilometro zero. Scelta felice, quindi, quella de­gli organizzatori, di premiare il Caffè del Kassaro, come esem­pio di impegno civile quoti­diano contro la mafia e il ma-­laffare che si presenta attraver­so le slot-machine. Il Sindaco della città, Leoluca Orlando, ha voluto premiare Gionti con u­na targa e ha anche inaugura­to lo Slot Mob palermitano.
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