mercoledì 27 marzo 2019
Il Rapporto di Save the children sui Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, conferma il divario tra Nord e Sud
Povertà, un bambino su tre a rischio
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In Italia un bambino si tre è a rischio di povertà ed esclusione sociale e oltre un minore su cinque vive in povertà relativa. Sono drammatici i dati del rapporto “I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia”, realizzato dal gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, coordinato da Save the children Italia.

Gravi divari regionali

Restano ampi i divari tra le regioni, con il Sud che si allontana ulteriormente dai territori settentrionali. Basti pensare che, mentre in Sicilia il 56% dei minori è a rischio povertà ed esclusione sociale, in Friuli ed Emilia Romagna questa condizione riguarda un bambino ogni sette e il 17,5% dei minori del Veneto.

Servizi per pochi

Anche sul versante dei servizi all'infanzia (0-6 anni), il quadro nazionale è caratterizzato da una buona copertura al Nord e gravi lacune al Sud. Per quanto riguarda la percentuale di posti disponibili nei servizi per la fascia d'età sotto i tre anni, rispetto a una media nazionale del 22,8% di copertura della domanda, tutte le regioni meridionali si collocano sotto tale livello. In Campania, la copertura è del 6,4%, in Calabria dell'8,7% e in Sicilia del 9,9%. All'opposto, al Centro-Nord la copertura di servizi offerta ai piccoli è molto elevata: 37,2% in Umbria, 35,7% in Emilia Romagna e il 33,1% in Provincia di Trento. Inoltre, mentre in Calabria appena il 6% dei comuni è dotato di almeno un servizio per l'infanzia, in Friuli il 100% dei comuni ha almeno un servizio.

«Ancora importanti discriminazioni»

«In Italia - commenta Arianna Saulini, di Save the Children, coordinatrice del Gruppo di lavoro che ha prodotto il Rapporto - permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze regionali nell’accesso e nella qualità dei Servizi di salute, dei servizi educativi, e nell’incidenza della povertà, che di fatto significa che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascano e crescono. Si tratta di forte discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare una riflessione strategica rispetto alle politiche per l’infanzia e adolescenza, da cui derivi l’assunzione di un impegno reale da parte delle istituzioni competenti per risolvere le criticità ancora insolute».

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