Foto Save The Children
Si chiama “Connessioni Digitali” il progetto di lungo termine per migliorare le competenze digitali di ragazze e ragazzi di scuole secondarie di primo grado in tutta Italia. Il progetto nasce dalla collaborazione di Save the Children e le società del Gruppo Crédit Agricole in Italia. Un’iniziativa che vede la collaborazione di 100 scuole coinvolte nei territori più svantaggiati o privi di opportunità, per contrastare la povertà educativa digitale, favorire l’accesso ad un percorso formativo prezioso per il futuro dei più giovani, ma anche per tutelarli dai rischi e dagli inganni del web .
Il contrasto della povertà educativa digitale è una delle sfide più urgenti. Da una recente rilevazione pilota di Save the Children, ancora oggi un quinto dei ragazzi non è in grado di eseguire semplici operazioni con gli strumenti informatici, quasi 1 ragazzo su 3 non ha un tablet a casa, 1 su 7 neanche un pc. Circa il 10% degli studenti che hanno partecipato all’indagine non sa riconoscere una password di sicurezza media o elevata, un terzo (31,1%) pensa che l’età minima per un profilo sui social sia inferiore ai 13 anni, il 7% pensa che l’età per poter accedere ai social sia 10 anni o meno, il 30% non conosce ad esempio i passaggi necessari a rendere un profilo social accessibile soltanto ai propri amici e non pubblico. Quasi il 57% non conosce le regole relative alla cessione ai social della propria immagine ed il suo utilizzo da parte degli stessi, il 46% non è in grado di riconoscere una fake news riguardante l’attualità.
"Connessioni Digitali" vuole dare una risposta concreta a questa sfida, e punta, nell’arco di tre anni, a coinvolgere nelle attività di formazione 6 mila studenti tra i 12 e i 14 anni, e circa 250 docenti. Il progetto, promosso da Save the Children, si avvale della collaborazione e della supervisione scientifica del Cremit (Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Innovazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) e dell’implementazione a livello territoriale della cooperativa E.D.I. Onlus.
Il progetto prenderà il via, per la prima annualità, in 40 scuole di 30 piccole e grandi città in 15 diverse regioni da nord a sud. Il percorso educativo sarà finalizzato all’acquisizione e certificazione delle competenze digitali attraverso la creazione di prodotti comunicativi, anche grazie all’allestimento, all’interno delle scuole, di una vera e propria "Newsroom Crossmediale” attrezzata, apposite aule informatiche attrezzate. Ragazze e ragazzi potranno così raccontare loro stessi e la realtà dei loro territori utilizzando le tecnologie digitali in modo competente e consapevole, sviluppando al contempo l’attivismo civico per promuovere un cambiamento in positivo della loro realtà e del contesto in cui vivono.
Save the Children ha elaborato lo strumento AbCD - Autovalutazione di base delle Competenze Digitali, grazie alla collaborazione con Cremit della Cattolica di Milano e con la professoressa Monica Pratesi del dipartimento di Economia e management dell'Università di Pisa. Così come la povertà educativa è fortemente condizionata dalla povertà materiale, anche la povertà educativa digitale ne è una conseguenza diretta. I minori che provengono da famiglie svantaggiate, generalmente hanno maggiori probabilità di non raggiungere il livello minimo di competenze ad esempio in matematica, scienze e lettura, di non svolgere attività culturale, ricreativa, sportiva, ed essere a rischio di abbandono scolastico. Allo stesso modo, la mancanza di strumenti tecnologici, ha aggravato le difficoltà dei ragazzi che hanno dovuto affrontare questo periodo di “vita e socialità virtuale”.
La povertà educativa digitale non è soltanto associata alla presenza di strumenti digitali a casa, ma anche al loro utilizzo, in termini di ore. L'indagine ha dimostrato che maggiore è il tempo dedicato all’utilizzo degli strumenti digitali per fare i compiti, migliori sono i risultati in termini di competenze relative all’alfabetizzazione digitale di base. Al contrario, invece, minore è il tempo che i tredicenni impiegano per stare sui social o giocare online, maggiore il livello di competenze riguardanti l’uso consapevole dei nuovi media