martedì 20 dicembre 2022
Notte di lavoro in Commissione, per il voto alla Camera prima di Natale. Alta tensione tra maggioranza e opposizione. Meloni rassicura: non arriveremo all’Esercizio provvisorio
Pos, Rdc, pensioni: la manovra cambia. Tour de force per chiudere entro l’anno
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Retromarcia sui limiti ai Pos, modifiche sulla rivalutazione delle pensioni, via d’uscita dai mutui variabili, altra sforbiciata al Reddito di cittadinanza. La manovra cambia con gli emendamenti arrivati dal governo e altri che si attendono dai relatori. Mentre è dura polemica con l’opposizione che accusa la maggioranza tanto sui contenuti quanto sulla gestione dell’iter parlamentare della legge. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni assicura che i tempi saranno rispettatati: «Chi evoca l’esercizio provvisorio cerca l’esercizio provvisorio. Per quanto ci riguarda andiamo avanti e mi sento di garantire che ci sarà la legge di bilancio nei tempi previsti». Spunta intanto una norma sulle intercettazioni operate dagli 007 che fa gridare allo scandalo Pd e M5s. Una misura ancora in bilico perché la presidenza della Camera ne sta valutando l'ammissibilità.

Dopo un pomeriggio di colloqui serrati tra i gruppi di maggioranza e le opposizioni, l'obiettivo delle forze che sostengono il governo ieri sera era quello di arrivare entro la nottata al voto degli emendamenti dell'esecutivo e di quelli concordati tra le forze politiche. Il passo successivo sarebbe quello di provare a conferire il mandato al relatore entro questa mattina. In quel caso, il testo emendato potrebbe approdare in aula a Montecitorio domani nel tentativo di completare l’iter alla Camera con il voto prima di Natale. Ma questo iter non è scontato e lo sbarco in aula potrebbe slittare. Negli emendamenti in arrivo dai relatori dovrebbero esserci il cambio del bonus 18App (con l'inserimento del tetto Isee) così come le misure per estinguere i reati fiscali formali in caso di pagamento del dovuto e di una sanzione. Si cercano, intanto, fondi per i ristori per gli esercenti sul Pos, al momento non presenti nel pacchetto del governo, dopo la decisione di non introdurre più un limite (fissato inizialmente a 60 euro) sotto il quale gli esercenti potrebbero accettare solo i contanti. Le coperture per altri interventi sono ridotte al minimo.

Del tesoretto in dote per le modifiche parlamentari e che era inizialmente quotato 400 milioni, ne sarebbero rimasti a disposizione solo 200 che il governo avrebbe proposto di dividere a metà fra la maggioranza e l'opposizione. Niente da fare, dunque, per il momento, su Opzione donna, sulla quale il Pd in particolare è in pressing da tempo. Salvo novità dell’ultimo momento, dunque, non dovrebbe cambiare la stretta sulla misura inserita nella manovra, che riduce la possibilità del pensionamento anticipato solo alle categorie disagiate (disabili, caregiver, licenziate) e alza l’età minima a 60 anni per le donne senza figli. È passato invece l’innalzamento delle minime a 600 euro chiesto a gran voce da Forza Italia, anche se è solo per un anno e per chi ha compiuto 75 anni. Sui nuovi emendamenti la maggioranza è alla ricerca di un'intesa al proprio interno e con l'opposizione. I contatti, però, per ora, non sembrano risolutivi. «Incontro interlocutorio», dice Debora Serracchiani (Pd) dopo il vertice con governo e relatori. «Vediamo cosa si riesce a fare in una situazione oggettivamente grottesca », aggiunge Francesco Silvestri (M5s). Insoddisfatto anche il Terzo Polo, che annuncia una «opposizione ferma».

Nel pacchetto del governo confermate alcune delle misure annunciate: ci sarà l’indicizzazione delle pensioni con la rivalutazione di quelle tra 4 e 5 volte il minimo che sale dall’80 all’85% ma scende quella per le pensioni più alte. Via libera anche alla così ribattezzata norma salva-calcio. La misura consentirà di versare dal 2023, in 60 rate e con maggiorazione del 3%, gli 889 milioni di tasse sospese durante la pandemia e in scadenza giovedì, una cifra riconducibile per oltre metà (circa 500 milioni) alla sola Serie A. Le minori entrate previste per il 2022 saranno recuparate dal 23 al 27.

Protestano i Comuni. «Subiremo un taglio alla spesa corrente di circa 200 milioni », accusa il presidente dell’Anci Antonio Decaro.



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