martedì 2 marzo 2010
La notizie è riportata oggi dal Messaggero Veneto di Udine, edizione di Pordenone. L'uomo era dipendente del mobilificio Horm di Azzano Decimo e da qualche giorno l'azienda gli aveva comunicato che il 22 aprile, data di scadenza del suo contratto, il posto di lavoro non sarebbe più stato riconfermato.
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Magazziniere pordenonese di 46 anni, padre di tre figlie perde il posto in fabbrica e si uccide. La notizie è riportata oggi dal Messaggero Veneto di Udine, edizione di Pordenone. L'uomo era dipendente del mobilificio Horm di Azzano Decimo e da qualche giorno l'azienda gli aveva comunicato che il 22 aprile, data di scadenza del suo contratto, il posto di lavoro non sarebbe più stato riconfermato. Un colpo al quale non ha retto. Il dramma ha le sue radici nella crisi economica che, agli inizi dello scorso anno, si era abbattuta sull'azienda in cui l'uomo lavorava tanto che il quarantaseienne pordenonese era stato posto in cassa integrazione straordinaria. Quindi, era stato riassunto con un contratto a termine, che sarebbe scaduto il prossimo mese di aprile. La scoperta del tragico gesto risale a ieri mattina, quando i familiari, preoccupati per non aver né visto né sentito il parente nel fine settimana, hanno suonato il campanello di casa senza avere risposte. Quando è stato possibile entrare è stato constatato che proprio all'ingresso c'era il corpo dell'uomo, riverso sul pavimento e ormai privo di vita. Il rinvenimento di un biglietto destinato ai familiari da parte della Polizia ha fatto capire tutto. Oltre alle tre figlie, delle quali due ancora molto piccole, l'uomo lascia due sorelle, l'ex moglie e l'attuale compagna. "Questo tragico episodio lascia sgomenti e deve farriflettere". Lo ha dichiarato il consigliere regionale del Partito Pensionati del Fvg, Luigi Ferone. "Questa tragedia, purtroppo, non è isolata, altri casi simili si sono verificati in varie parti d'Italia ed è la conseguenza di una crisi pesantissima che non accenna a spegnersi, ma che, anzi, aumenta di virulenza e provoca quotidianamente sempre nuovi licenziamenti, tant'è che il mese di gennaio ha registrato il record di disoccupati nel nostro Paese". Per Ferone "la crisi non ha colpito soltanto la grande industria ma sta provocando uno stillicidio di fallimenti, chiusure di piccole e medie aziende artigianali e commerciali, con conseguente perdita di posti di lavoro, che forse mai saranno ricreati". "La nostra Regione - aggiunge - è impegnata al massimo per contrastare questa crisi e cercare di sostenere le attività economiche ed industriali, proprio per evitare un'ulteriore forte perdita di posti di lavoro. È certamente un dramma perdere il lavoro per padri di famiglia che hanno mutui, figli da mantenere e che, soprattutto oltre i 40 anni, difficilmente riusciranno a trovare una nuova occupazione".
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