giovedì 5 dicembre 2013
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La Corte costituzionale ha fatto, anzi ha dovuto fare, «solo il proprio mestiere». Non altrettanto si può dire della politica. Così, dopo la pronuncia nettissima di ieri, il Parlamento si ritrova «indebolito» e deve dare un’immediata prova di vitalità, approvando comunque una nuova legge elettorale. Cesare Mirabelli, che della Consulta è stato presidente nel 2000, ha pochi dubbi su questa complessa vicenda. Anzi, principalmente uno: come potrebbe funzionare un "Porcellum" senza liste bloccate, nella malaugurata ipotesi che il legislatore non intervenga prima delle prossime elezioni politiche?C’è perfino chi dice che potrebbe "rivivere" la normativa precedente, il "Mattarellum"...Lo escludo. La Corte ha dichiarato incostituzionali alcune parti dell’attuale legge, ma non ha lasciato, né poteva lasciare, il Paese privo di un impianto normativo che consenta comunque le elezioni.In realtà, la Consulta ha dato seguito esattamente a quell’"avvertimento" di circa due anni fa quando, bocciando i referendum abrogativi del "Porcellum", sottolineò i rischi di costituzionalità connessi all’abnorme premio di maggioranza per la Camera e all’assenza della possibilità di scegliere il proprio candidato.Certamente. Un avvertimento rimasto inascoltato, nonostante il Parlamento avesse avuto molto tempo per provvedere. La legge elettorale ha una connotazione essenzialmente politica, nella quale però sono incisi alcuni valori costituzionali. In questo caso avevamo un premio di maggioranza scisso da qualsiasi soglia minima di voti raccolti... Ovviamente la decisione della Corte non impedisce alle Camere di mantenere in piedi questo sistema, solo stabilendo una ragionevole soglia per far scattare il premio.C’è però da sciogliere anche il nodo della preferenza negata.E questo è vero. Teoricamente, infatti, si potrebbe andare al voto con l’attuale legge priva delle norme giudicate incostituzionali. Si tratterebbe di un sistema proporzionale puro, senza alcun premio di maggioranza. Ma non capisco ancora come, venendo meno le liste bloccate, si possa garantire all’elettore il diritto di scelta. Attendiamo le motivazioni della sentenza.Ma un Parlamento eletto con regole in buona parte illegittime, non è un Parlamento delegittimato?Dal punto di vista giuridico è pienamente legittimo e quindi legittimato ad agire. Di sicuro, tuttavia, è politicamente indebolito: credo che dovrebbe adempiere al dovere urgente di adottare una nuova legge. Se prima la riforma era un’opzione, infatti, adesso è un dovere. Non ci sono vincoli alla scelta politica, i partiti dovrebbero però convergere su due elementi essenziali: la corretta rappresentanza del corpo elettorale e la governabilità.
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