giovedì 30 agosto 2018
A novembre, il ponte Morandi non esisterà più. Lo ha annunciato il governatore ligure e commissario all’emergenza Giovanni Toti, dopo l’incontro con Autostrade
Si lavora sulle macerie del ponte Morandi (Ansa)

Si lavora sulle macerie del ponte Morandi (Ansa)

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A novembre, il ponte Morandi non esisterà più. Ad annunciarlo è stato ieri il governatore ligure e commissario delegato all’emergenza Giovanni Toti, dopo l’incontro con Autostrade per la presentazione delle osservazioni preliminari del piano di demolizione. Quei tronconi della struttura collassata, dolorosi emblemi della tragedia del 14 agosto, quindi, spariranno a breve dallo sguardo dei genovesi, in attesa che il nuovo ponte venga ricostruito.

In 30 giorni dovrebbe essere pronto il piano e da quel momento, a fine settembre o al massimo inizio ottobre, inizierà la demolizione vera e propria, per cui sarà necessario un altro mese. Per la zona est, il pilone 10 sarà buttato giù da cingolati robot senza autista che lavoreranno come "picchi" contro il cemento armato (per evitare il più possibile i rischi per le persone), mentre il pilone 11 sarà abbattuto con microcariche esplosive.

La zona ovest, invece, sarà smontata pezzo per pezzo con due gru, senza alcun crollo e cercando di limitare i danni alle aziende sottostanti. «I tempi per la demolizione del ponte saranno più brevi del previsto» ha dettoToti, che ha aggiunto: «Parliamo di osservazioni preliminari perché la tempistica esatta e la conferma delle tecniche scelte per la demolizione dipenderà da alcuni sopralluoghi sui due tronconi per cui è necessaria l’autorizzazione della Procura, trattandosi di materiale sotto sequestro».

Anche la commissione tecnica consuntiva del commissariato chiederà di partecipare ai sopralluoghi. «Con i sopralluoghi sui tronconi rimasti in piedi – ha spiegato il governatore – cercheremo anche di indagare la stabilità dei tronconi del ponte per dare vita ad alcune attività particolarmente urgenti per la città: l’ingresso degli sfollati nelle proprie case per il recupero degli effetti personali, l’apertura di una strada di collegamento lunga tutta la Valpolcevera, la liberazione dei binari ferroviari, la messa in sicurezza delle imprese che hanno sede nei pressi della zona rossa. Queste sono le cose che vorremmo far partire prima della demolizione, salvo poi interromperle a scacchiera qualora i cantieri per la demolizione lo richiedessero».

Resta il problema delle case che si trovano sotto il ponte o nelle immediate vicinanze. Secondo lil piano, circa 150 appartamenti (su 252 presenti nella zona rossa) verranno interessati dalle demolizioni, anche se al momento non è previsto alcun piano di abbattimento preventivo». Soddisfatto, al termine del vertice, anche l’ad di Atlantia e Autostrade Giovanni Castellucci, che ha commentato: «La riunione è stata molto costruttiva. Abbiamo presentato – nei tempi nei quali ci eravamo impegnati a farlo – una serie di opzioni di demolizione e di ricostruzione del viadotto Polcevera, che saranno in parte sovrapposte, confermando sostanzialmente i tempi già annunciati. Su richiesta del presidente della Regione, abbiamo condiviso un’estensione della gratuità dei pedaggi nell’area genovese, ulteriore rispetto a quella che era stata inizialmente decisa».

Il governatore Toti e in sondaco Bucci hanno poi scritto una lettera al premier Giuseppe Conte e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti per «suggerire un provvedimento di legge ad hoc che non deve essere per forza una legge speciale per Genova, ma può essere inserito nel prossimo Milleproroghe per andare oltre il primo decreto di emergenza che fissò i primi fondi per gli indennizzi e quindi per avere nuovi fondi».

Intanto il sindaco Bucci ha annunciato di aver firmato un’ordinanza per ridurre la zona rossa, permettendo ad alcune imprese di riprendere il lavoro, e il collegio dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha confermato la sospensione del pagamento delle bollette di acqua, luce, gas e rifiuti per le famiglie sfollate.

A precedere l’incontro con Autostrade erano stati i tavoli tecnici in Regione con Cassa depositi e prestiti, su demolizione e ricostruzione, ripristino delle infrastrutture per la mobilità, interventi a favore delle imprese e delle famiglie, soluzione immobiliare per chi è rimasto senza casa e la moratoria per i mutui con gli enti locali. E se le indagini proseguono (con l’acquisizione di documenti, materiale informatico e cellulari nel ministero delle Infrastrutture da parte della Guardia di finanza, compresi gli atti e le comunicazioni di quando Anas vigilava sulle autostrade), continua anche la discussione sulla costruzione del nuovo ponte. Da Autostrade sarebbe già arrivata la disponibilità ad incontrare Renzo Piano che, martedì, ha donato alla Regione l’idea di un nuovo viadotto.


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