mercoledì 2 novembre 2016
Forse si è tolto la vita per debiti di gioco. È l'ipotesi su cui gli inquirenti stanno indagando dopo la strage familiare. «Ho ucciso tutti» aveva confessato ai colleghi del 113 prima di spararsi.
Poliziotto uccide moglie e figlie e poi si spara. «L'ombra dei debiti di gioco»
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Si è tolto la vita, perché avrebbe accumulato debiti di gioco. Un poliziotto, di 50 anni, a Genova nel quartiere Cornigliano ha ucciso la moglie e le sue figlie di 10 e 14 anni sparando loro mentre dormivano. Ha poi chiamato il 113, a cui ha confessato il gesto. Infine, il poliziotto, Mauro Agrosì, si è suicidato con la stessa pistola d'ordinanza usata sulle sue congiunte.
Nella lettera che Mauro Agrosì ha lasciato prima della strage, tra l'altro, l'uomo si è rivolto a figlie e moglie, scrivendo: «Non vi voglio lasciare senza padre e senza marito. Per questo vi porto con me».


La morsa dei debiti di gioco

Nella stessa lettera che l'uomo aveva lasciato, il poliziotto aveva scritto di essere alle prese con «problemi insormontabili». Secondo gli inquirenti potrebbero trattarsi di debiti di gioco (ipotesi ancora da verificare) : il poliziotto, infatti, secondo quanto emerso dalle indagini, era un giocatore compulsivo di lotterie istantanee ma i debiti accumulati non sarebbero stati tali, secondo gli inquirenti, da giustificare quanto successo. Per questo gli agenti della squadra mobile stanno interrogando familiari, amici e colleghi dell'uomo e della moglie per cercare di ricostruire la vita della coppia. Alcuni suoi colleghi avrebbero infatti riferito che talvolta usciva dalla caserma e si recava in una tabaccheria della zona a comprare biglietti di lotterie.


La telefonata ai colleghi del 113


Mauro Agrosì, che lavorava nel sesto reparto mobile di Bolzaneto come tecnico dei computer, per non fare sentire i colpi di pistola aveva coperto l'arma con un cuscino, ottenendo un effetto silenziatore. Parlando con i colleghi del 113 e poco prima di togliersi a sua volta la vita avrebbe detto al telefono: «Vi lascio la porta aperta, ho ucciso tutti».

L'indagine è in corso

Accertamenti si stanno eseguendo anche su un prestito che il poliziotto avrebbe chiesto a una banca con cessione del quinto dello stipendio. «Dramma inspiegabile» per padre Celestino, insegnante di religione e a lungo direttore didattico dell’istituto Calasanzio di Cornigliano, dove la secondogenita frequentava la quinta elementare. Padre Celestino ricorda il poliziotto come persona disponibile: «Gli ho parlato pochi giorni fa, era collaborativo. Veniva a prendere la figlia, insieme alla moglie, una famiglia unita; mai immaginato potesse avvenire una cosa del genere».






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