sabato 13 agosto 2022
Il secondo (dei tre) giorno di presentazione dei simboli al ministero dell’Interno ha visto diversi "big". Consegnato anche «il simbolo più brutto delle elezioni»
La fiamma del "vecchio" Msi non si spegne. Mario Pozzi e Angelo Rossi mostrano il contrassegno elettorale di Fratelli d'Italia, all'interno del Viminale, per elezioni politiche del 25 settembre

La fiamma del "vecchio" Msi non si spegne. Mario Pozzi e Angelo Rossi mostrano il contrassegno elettorale di Fratelli d'Italia, all'interno del Viminale, per elezioni politiche del 25 settembre - Ansa

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Fratelli d’Italia sempre con la fiamma tricolore, il «rosso cuore» nella scritta "2050"per M5s (con il simbolo consegnato dal presidente Giuseppe Conte in persona) ed il Pd che sulla bacheca finisce, ironia della sorte, accanto agli ex alleati pentastellati. Nel secondo giorno di presentazione dei simboli al ministero dell’Interno, il via vai dei "depositanti" si è rallentato, ma c’è stato più spazio ai "big".

L’ex premier Conte, accompagnato da Vito Crimi, ha voluto affiggere di persona il contrassegno in bacheca. «Avete visto che bel rosso cuore? Il coraggio ce lo mettiamo noi», ha detto mostrando il logo con la scritta "Movimento" e le classiche 5 stelle, con sotto "2050" ma senza il nome del leader.

Il più atteso è stato il simbolo di Fdi: nessun cambiamento però, la fiamma tricolore è rimasta al suo posto, malgrado le richieste di cancellarla avanzate dagli avversari politici, e poi il nome della leader Meloni. «Un simbolo di cui andiamo fieri», ha voluto sottolineare la presidente di Fratelli d’Italia, postando subito su Facebook il logo depositato. Con i contrassegni di Forza Italia e della lista unitaria per l’estero, che erano stati preceduti venerdì da quelli della Lega, Forza Italia e i centristi, il centrodestra ha così ufficialmente depositato tutti i simboli della coalizione.

A chiudere invece il cerchio del centrosinistra, che porta un raggruppamento di 4 liste però con programmi distinti, manca invece il deposito del simbolo di Più Europa.

Anche il Pd lo ha fatto: il contrassegno è quello classico con l’aggiunta svelata pochi giorni fa, quindi la sigla del partito, il ramo d’ulivo e, in basso, la scritta aggiunta "Italia democratica e progressista". Per un caso beffardo, il simbolo in bacheca dei dem è finito al numero 75, al fianco degli ex alleati delle 5 stelle.

Sono stati depositati anche i simboli dell’Alleanza Verdi - Sinistra di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che, è stato precisato, comprende anche la formazione Possibile, il partito di Pippo Civati.

Non è mancato, comunque, lo spazio per vecchi simboli: dopo i tanti richiami alla Dc apparsi venerdì nei vari contrassegni centristi (da Libertas allo scudo crociato), ieri è comparso il nuovo Psi di Stefano Caldoro (distinto dai socialisti confluiti nel listone dem), con il garofano rosso al centro.

E poi una sfilata di simboli di piccole formazioni: da Esseritari al Movimento tecnico per la pace, dal Quarto polo delle Piccole e Medie Imprese (con la scritta "i piccoli fanno grande l’Italia" e l’effigie delle 10 lire) al Partito federalista italiano e a Italia civiltà scienza bellezza.

Poi, «il simbolo più brutto delle elezioni», definito così dallo stesso depositante, Pierluca Dal Canto: un contrassegno con una serie di scritte nere su fondo bianco, tra le quali «no alla cassa forense», «no cavie», «no carta digitale», «no moneta elettronica» e persino «viva i poeti d’azione». Infine c’è chi si è fatto accompagnare dal cane per depositare il logo di Destre Unite. E questa domenica saranno presentati gli ultimi simboli. Poi toccherà al vaglio di ammissibilità e al sorteggio per il posto sulla scheda.




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