domenica 11 luglio 2010
Scelta obbligata per tre su quattro dei 293 nuovi magistrati. I vincitori dell’ultimo concorso andranno nella capitale per indicare gli uffici in cui prendere servizio. È sicuro che la metà finirà in Calabria o Sicilia, a coprire i posti snobbati dai colleghi anziani. La «vacatio» è fisiologica e da anni il vuoto è riempito dai giovani, ma non con le percentuali di oggi.
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Il procuratore capo di Crotone potrà tirare un sospiro di sollievo. Unico magistrato rimasto a coordinare le indagini, vedrà arrivare cinque nuovi colleghi. Finora non aveva neppure uno dei sei sostituti che formano il suo ufficio. E, di fatto, guidava una procura composta da lui soltanto. Fra poco non sarà più così. Verrà affiancato da cinque «magistrati ragazzini» che il Consiglio superiore della magistratura ha designato per chiudere la falla di Crotone. Magistrati di prima nomina che hanno vinto l’ultimo concorso e che, dopo un anno e mezzo da tirocinanti, finiranno da aprile nelle «zone calde» del Paese. Perché il «modello» Crotone, dove la giustizia nei territori ad alto tasso di criminalità verrà affidata a giudici al loro esordio, non sarà l’eccezione ma la regola.Basta scorrere la lista delle sedi dove svolgeranno la loro prima funzione i 293 nuovi magistrati. Un elenco varato dalla terza commissione del Csm (deputata ai trasferimenti) che il plenum ha approvato mercoledì. Ebbene, tre su quattro dei «magistrati ragazzini» sono destinati in procure o tribunali del Mezzogiorno. E più della metà (170 in tutto) finirà fra Calabria e Sicilia. Il Csm le definisce «sedi disagiate». Procuratori e giudici le chiamano «sedi complesse». In pratica sono gli uffici che insistono su territori dove le mafie italiane affondano i loro tentacoli.Qui debutteranno i «giovani» che lo scorso autunno hanno giurato sulla Costituzione e ad aprile sono stati ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica. Zone di frontiera dove gli «anziani» non vanno. L’ultimo bando del Csm per la copertura delle sedi disagiate ha fatto flop. Nonostante gli incentivi economici e di carriera, per oltre il 70 per cento dei posti non ci sono state domande valide: a conti fatti, soltanto 18 magistrati sui 72 previsti si sposteranno, anche se per ora appena 13 sono quelli per i quali il Csm ha disposto il trasferimento d’ufficio. «La vacatio delle sedi disagiate – afferma Giuseppina Guttadauro, magistrato del tribunale di Firenze e presidente della sezione toscana dell’Associazione nazionale magistrati – è un fatto fisiologico. In tutta Italia mancano circa 1.200 colleghi. E per anni è stato normale che a coprire questi posti andassero i giovani». Ma non con le percentuali di adesso.Infatti gli attuali magistrati in tirocinio sono al centro della deroga alla legge Mastella del 2007 che vietava incarichi da pubblico ministero per i «giovani» alla prima nomina (quindi l’unica funzione che potevano svolgere era quella di giudice). «Però la legge – afferma Guttadauro – non teneva conto che le sedi disagiate sono per la maggior parte anche di procura che quindi hanno visto aggravarsi la situazione». Ecco la scelta del ministro della Giustizia Angelino Alfano e del Parlamento di modificare la normativa soltanto per i vincitori dell’ultimo concorso assegnando i «giovani» anche alle procure che avessero una carenza di organico del 30%. «E questo ha comportato una differenza di trattamento enorme rispetto ai colleghi del concorso precedente», sostiene la giudice fiorentina.A poco è servito il trasferimento obbligatorio dei magistrati d’esperienza. Una strada prevista dalla legge che, però, non piace ai diretti interessati. L’Anm l’ha bocciata. «L’inamovibilità è una garanzia. Ma non si può consentire che in alcune sedi la giustizia non venga amministrata», sostiene Guttadauro. Da qui l’indicazione di puntare sugli ultimi entrati a cui verranno appaltate procure e tribunali difficili dove potrà accadere che, quando arriveranno gli ex tirocinanti, se ne andranno gli «anziani» in procinto di trasferimento.Al distretto di Reggio Calabria sono destinati in trentacinque. Nel tribunale del capoluogo mancano quindici giudici e dodici saranno quelli di prima nomina. Ancora più in panne Locri: non ci sono undici giudici su venti e neppure sei pm sugli otto previsti. Così verranno inviati nella terra delle cosche della ’ndrangheta nove giudici e quattro sostituti procuratori usciti dal tirocinio. Nel distretto di Catanzaro giungeranno in quarantotto. Quattro saranno pm a Paola dove c’è soltanto un sostituto.Il distretto di Palermo accoglierà trentatré neo magistrati. A Sciacca la procura ha soltanto il capo e i futuri pm occuperanno tre dei quattro posti che nessuno vuole. Nel distretto di Caltanissetta arriveranno in ventidue. Fra loro due finiranno nella procura di Nicosia dove è rimasto solo il procuratore capo. Nove approderanno a Gela, fra tribunale e procura (in quest’ultima i posti scoperti sono quattro su cinque).Nella geografia della giustizia in emergenza compare anche la Sardegna. A Nuoro la procura è formata dal capo e da un unico pm: cinque sono i posti vacanti che saranno colmati da quattro giovani toghe. E nel Nord una procura in affanno è quella di Busto Arsizio: sei pm su otto non ci sono e lì verranno assegnati quattro ex tirocinanti. Questa, comunque, è una storia a sé. Perché da Roma in su la carenza media è inferiore al 10%. Niente a che vedere con il 30% del distretto di Caltanissetta, il 29% di Reggio Calabria o il 26% di Catanzaro.
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