sabato 14 maggio 2016
​Di Maio: abbiamo applicato le regole, non siamo il Pd. La replica di Boschi: non decidiamo in base a mail anonime.
Pizzarotti sospeso, M5s nel caos 
Parma, sindaco indagato per abuso d'ufficio
Caso Pizzarotti, scontro M5s-Pd
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​Non si placa la polemica interna al M5S sul caso Pizzarotti. Il sindaco di Parma, scaricato dal suo partito dopo l'avviso di garanzia sulle nomine al teatro Regio, accusa i grillini di averlo condannato a prescindere. "Mi dispiace perchè il danno è stato fatto al movimento" dice. "Sono i 5 Stelle a essere danneggiati da irresponsabili che invece di metterci la faccia - come io ho sempre fatto - si nascondono dietro le mail anonime" spiega il primo cittadino in una intervista a "La Repubblica". Per il momento nessuna ipotesi concreta di un ricorso anche perché, è l'accusa di Pizzarotti, il M5S si attiene ad un presunto regolamento "non scritto" per motivare la sua espulsione.  "Grazie ai messaggi di affetto e di stima che mi sono arrivati dagli attivisti. Grazie anche a tutte le istituzioni di differente colore politico che mi hanno espresso solidarietà. Come ha detto recentemente Cacciari, di questi tempi a fare il sindaco ci vuole un pazzo. Ma ci vuole anche uno che ami la sua città, e che metta al di sopra di tutto il bene della propria città" scrive oggi Pizzarotti, sulla sua pagina Facebook. Il Movimento 5 Stelle "ha semplicemente applicato una regola. Un avviso di garanzia nascosto per tre mesi è un dato inconfutabile. Abbiamo applicato una regola, perchè il Movimento 5 Stelle è il Movimento 5 Stelle e non il Pd" ha detto il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, a Volla, nel Napoletano a margine di una iniziativa per l'amianto. Il caso Pizzarotti e quello Nogarin "sono molto diversi" ha detto sempre Di Maio a Skytg24: "Su Nogarin non abbiamo ancora deciso", ma "è stato trasparente". Il Pd parte all'attacco. "Siamo all'antica, preferiamo vederci di persona, non riceviamo mail anonime che ci dicono se dobbiamo dimetterci o meno" dice il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. La decisione di oggi é in assoluta continuità rispetto al passato. Nel Movimento l'uno vale uno in realtà non esiste. Mi ricorda molto "La fattoria degli animalì di Orwell, in cui c'è qualcuno che è più uguale degli altri" dice il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini. "Cari grillini, eravate partiti con lo streaming e 'uno vale unò, siete finiti agli ordini di mail anonime. Ribellatevi, la libertà è bella" scrive su Twitter il presidente del Pd, Matteo Orfini.
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