martedì 5 maggio 2020
Papa Francesco domenica aveva rivolto all'associazione "un pensiero speciale"
Don Fortunato di Noto

Don Fortunato di Noto - Archivio Siciiani

COMMENTA E CONDIVIDI

Non si fermano mai. Gli orchi sono spietati anche durante una pandemia e la quarantena, anzi diventano anche peggio: “Il fenomeno è grave, dilagante ed estremamente pericoloso con risvolti pedocriminali. Ci sono gruppi ben strutturati e molto pericolosi a danno dei minori in tutto il mondo”, spiega don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, nella ‘Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia’ di oggi (istituita con la legge 51 del 4 maggio 2009).

“Mai come in pandemia abbiamo mappato un numero così elevato di abusi e adescamenti sui social e nelle chat”. Soltanto ieri l’Osmocop (Osservatorio mondiale contro la pedofilia di Meter) ha inoltrato alla Polizia postale Italiana, a quella spagnola e quella neozelandese, otto segnalazioni di altrettante chat dedicate all’adescamento e alla diffusione di video e foto “con inenarrabili violenze sui bambini”. E sono aumentate del 40% le segnalazioni dal 1 marzo alle forze di polizia, oltre che a vari “server provider” in tutto il mondo: “Circa 30mila bambini già vittime di violenze sessuali. Una tragedia sotto i nostri occhi”, spiega ancora don Di Noto: “C’è chi vuole normalizzare gli abusi, la pedofilia e la pedopornografia. È indegno e vergognoso ritenere che i bambini siano oggetti erotici per soggetti perversi nei corpi anche digitalizzati. Prevenire è via maestra”, conclude il sacerdote.

L’altro ieri, dopo il ’Regina Caeli’, papa Francesco aveva rivolto “un pensiero speciale all’associazione Meter, promotrice della ‘Giornata nazionale per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza’”, incoraggiandola “a proseguire la sua azione di prevenzione e di sensibilizzazione delle coscienze al fianco delle varie agenzie educative”, rivolgendosi infine ai bambini dall’associazione, “che mi hanno inviato un collage con centinaia di margherite colorate da loro. Grazie!”.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI