martedì 21 ottobre 2014
​​Omicidio colposo per l'uccisione della fidanzata Reeva nella notte di San Valentino del 2013. Rischiava sino a quindci anni.
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​Oscar Pistorius, l'atleta sudafricano che corre con le protesti al titanio, è stato condannato a 5 anni di prigione per l'omicidio colposo della fidanzata Reeva Steenkamp il 14 febbraio 2013 per aver sparato contro la porta del bagno dove la donna si trovava credendo che si trattasse di un ladro. Il giudice lo ha anche condannato a tre anni (pena sospesa) per aver violato le leggi sull'uso dell'armi. Il giudice del caso, Thokozile Masipa, ha escluso tanto i servizi per la comunità che una pena prolungata, la prima perché inappropriata, la seconda perché sarebbe spietata. Nel ripercorrere tutte le fasi del processo poco prima aveva detto che non bisogna pensare che ci sia una legge per chi è ricco e una per chi è povero e si era detta perplessa all'idea della vulnerabilità dell'atleta in carcere. A tal proposito il giudice Masipa aveva fatto l'esempio di una donna incinta che deve andare in carcere perchè condannata; e aveva sottolineato che, malgrado la vulnerabilità, un giudice ordinerebbe comunque il carcere, ma la struttura si adeguerebbe alla persona da accogliere. E' calato il gelo nell'aula del Tribunale Superiore di Pretoria alla lettura della condanna per cinque anni. Non c'è stata nessuna reazione da parte dei familiari (solo la madre June ha sussurrato qualcosa); e anche Pistorius, preso pochi secondi dopo in consegna dalle guardie carcerarie, è rimasto impossibile. L'atleta non ha detto nulla, ma aveva gli occhi lucidi. L'avvocato della famiglia Steenkamp si è detto però soddisfatto della sentenza e ha annunciato che non farà ricorso. L'accusa aveva chiesto una condanna di 10 anni, la pena massima prevista era 15. "La seguente è ciò che considero una sentenza equa e giusta sia nei confronti della società, sia dell'accusato" ha detto il giudice Thokozile Masipa.
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