lunedì 19 gennaio 2015
​​Il sindaco di Milano aveva detto di essere iscritto nel registro degli indagati per la trascrizione di un matrimonio contratto all'estero. Bruti Liberati smentisce: fascicolo contro ignoti. Lui replica: la sostanza non cambia, sono stato io.
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Registrazioni di nozze gay, giallo a Milano sull'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco Giuliano Pisapia, uno dei primi cittadini "ribelli" che si è rifiutato di eseguire le indicazioni del ministro degli Interni Angelino Alfane di cancellare le registrazioni di matrimoni tra persone dello stesso sesso contratratti all'estero. "Sono indagato per omissione di atti d'ufficio per non aver ottemperato alla richiesta del prefetto" di cancellare le trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all'estero aveva rivelato, intervenendo a un convegno, sabato scorso Pisapia. "Non sono preoccupato" aveva aggiunto. "Non voglio polemizzare con il prefetto, deve essere qualcuno in alto che dà indicazioni", aveva premesso, ricordando come il prefetto gli avesse chiesto "formalmente di cancellare una trascrizione che ritengo doverosamente di trascrivere perché così, secondo me, impone la legge".  Oggi la smentita ufficiale da parte del procuratore Edmondo Bruti Liberati. Pisapia "non è indagato" a proposito delle trascrizioni delle nozze tra coppie omosessuali, e "al momento il fascicolo è a carico di ignoti" ha detto spiegando che la denuncia nei confronti del primo cittadino era stata sporta tempo fa e che sono stati solo acquisiti atti. A stretto giro di posta la controreplica di Pisapia: "Apprendo con piacere di non essere indagato, ma la sostanza non cambia" ha detto. Quanto all'affermazione di essere indagato ha spiegato di aver "voluto chiarire che l'ignoto era noto" avendo "provveduto personalmente alla trascrizione", per evitare guai agli addetti al registro.
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