lunedì 23 marzo 2015
​​Il sindaco conferma le indiscrezioni delle ultime settimane. "La politica è servizio, massimo impegno per Expo". E già scatta il toto-nomi in vista di probabili primarie.
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​​Il sindaco arancione passa la mano. Giuliano Pisapia non si ricandida a Milano. Il suo arrivo a Palazzo Marino nel 2011, dopo un lungo periodo di governo cittadino leghista prima e azzurro dopo, aveva rappresentato una svolta simbolica per il centrosinistra anche a livello nazionale. Una rivoluzione anche se oggi quell'arancione (simbolo di una coalizione meno legata ai partiti e più vicina ai cittadini) appare un po' sbiadito. L'annuncio, dopo settimane di "rumors", è arrivato ieri pomeriggio. In jeans, polo e magliore color tortora Pisapia ha annunciato che nel 2016 si farà da parte. Una decisione, ci ha tenuto a sottolineare, non presa per delusione o stanchezza ma per "coerenza" con quanto annunciato già in campagna elettorale quattro anni fa. "Ho sempre detto che avrei fatto un solo mandato. La politica è un servizio e deve essere un modo per mettersi a disposizione". Per il futuro (voci di corridoio lo indicano come possibile successore di Mattarella alla Consulta) l'avvocato Pisapia assicura di non essere tentato dalla politica romana (alle spalle ha un passato da parlamentare indipendente eletto nelle file di Rifondazione comunista) e assicura il massimo impegno, "se possibile anche più grande di quello avuto sinora", per l'Expo, appuntamento sul quale Milano (e tutta l'Italia) si gioca tutto. Nessuna concessione su possibili candidati ma l'invito a puntare sui giovani, "anche se non mi piace la parola rottamare" ed evenutalmente ad imboccare di nuovo la strada delle primarie sia pure con qualche aggiustamento in corsa. Sono uno strumento "utile per scegliere dal basso" anche se non sono più "un totem e hanno perso un po' di credibilità" sottolinea il sindaco. Nel 2011 a sorpresa furono proprio le primarie ad incoronarlo candidato: i milanesi lo preferirono allo sfidante Stefano Boeri, indicato ufficialmente dal Pd. L'uscita di scena di Pisapia apre nuovi scenari nel centrosinistra che adesso avrà un anno di tempo per trovare un successore. La tenuta dell'ampia coalizione del 2011 è a forte rischio anche perché il quadro politico nazionale è cambiato (Sel, partito in cui militava Pisapia, è all'opposizione) e il Pd potrebbe essere tentato di cercare alleanze al centro in chiave moderata per sfidare un centrodestra che è a sua volta in cerca di un nome e sempre più spostato sul fronte Lega. E qualcuno ipotizza che lo stesso Matteo Salvini possa scendere in campo. Il toto-nomi a sinistra invece vede tra la rosa dei "papabili" il parlamentare milanese Emanuele Fiano e la giovane collega Lia Quartapelle ma anche l'assessore al welfare Pierfrancesco Majorino e il consigliere regionale Umberto Ambrosoli. Ma molti scommettono che a dire l'ultima parola sarà, come al solito, Matteo Renzi che di certo non ha intenzione di perdere una città strategica come Milano.
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