sabato 6 novembre 2021
Due i farmaci orali: il Molnupiravir, prodotto da Merck, sarebbe efficace nel ridurre ricoveri e decessi nel 50% dei casi; l’efficacia salirebbe all'89% per il Paxlovid di Pfizer
Saranno presto disponibili i farmaci antivirali anti-Covid

Saranno presto disponibili i farmaci antivirali anti-Covid - Ansa

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La lotta al virus Sars-CoV-2 è a una svolta. Perché ai vaccini, che hanno un ruolo insostituibile nella prevenzione, e agli anticorpi monoclonali – che però scontano un impiego marginale a causa dell'utilizzo solo ospedaliero e per endovena –, si stanno per affiancare le cosiddette pillole anti-Covid, cioè potenti farmaci antivirali. Che presentano indubbi vantaggi: intanto sono specifici, cioè molecole create esclusivamente contro il Sars-CoV-2, a differenza di quanto si è provato a fare sinora ricorrendo ad un ventaglio di medicinali, in passato impiegati per altre patologie, e non direttamente rivolti cioè contro questo parassita; i nuovi farmaci, poi, combattono anche tutte le varianti circolanti, così come altri coronavirus noti; infine, possono essere assunti per bocca, come una normale pillola antinfluenzale.

Quanto sono efficaci?

Nella corsa al farmaco antivirale – che ha previsto investimenti ingenti, visto che spesso è molto più difficile e lungo l'iter per realizzare un simile prodotto rispetto a un vaccino –, sono ormai al traguardo due colossi farmaceutici americani: Merck (in Europa presente con il marchio Msd), e Pfizer, l'azienda detentrice del primato mondiale nella produzione di vaccini anti-Covid, incensata, venerdì, da una sorta di preventivo "imprimatur" al nuovo prodotto nientemeno che dal presidente Usa Joe Biden, che aveva strizzato l'occhio all'azienda di New York anche sulla questione della terza dose. Ma se il farmaco di Merck, che si chiama Molnupiravir, realizzato con Ridgeback Biotherapeutics, sarebbe capace di ridurre, stando alle sperimentazioni presentate agli enti regolatori, di circa il 50% i rischi di ospedalizzazione e morte, quello approntato da Pfizer, il "Paxlovid", raggiungerebbe un'efficacia dell'89%.

A chi si rivolgono?

Questi nuovi farmaci si rivelano efficaci se assunti nei primi giorni di insorgenza dell'infezione, e si rivolgono a pazienti considerati vulnerabili ma non ospedalizzati, con patologia da lieve a moderata confermata da test di laboratorio.

Quando li avremo a disposizione?

Merck ha presentato l'autorizzazione all'immissione in commercio all'ente regolatore degli Stati Uniti (l'Fda), che potrebbe approvarlo entro fine anno, e ha già ottenuto il semaforo verde da quello della Gran Bretagna. L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso di affrettare i tempi per rendere disponibile Molnupiravir nel nostro Paese acquisendo una quantità adeguata, come ha annunciato il presidente del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli. I tempi per l'ok di Ema al farmaco, infatti, «non sono prevedibili - aveva sottolineato nei giorni scorsi la stessa Agenzia - ma siamo pronti a dare assistenza agli Stati che vogliano dare il via libera all'uso di emergenza prima dell'autorizzazione Ue». Insomma, in questo caso l'ok italiano potrebbe precedere quello dell'Agenzia dell'Unione con sede ad Amsterdam. Per quanto riguarda Paxlovid, invece, Pfizer prevede di inviare «il prima possibile» i dati all'Fda per «l'autorizzazione all'uso di emergenza».

Merck ha già firmato 9 accordi per la vendita di più di 3 milioni di pillole. La Gran Bretagna ha prenotato 480mila trattamenti. Ad aver confermato interesse per il Molnupiravir sono anche l'Australia, per 300 mila dosi, la Francia (50mila), l'Indonesia e la Malesia (150mila), le Filippine (300mila), Singapore e Sud Corea (20mila) e la Thailandia che vuole 200mila confezioni. Gli Stati Uniti puntano invece all'acquisto di 1,7 milioni di dosi della cura Pfizer, al prezzo di 700 dollari l'unità, mentre la Gran Bretagna ha approvato un ordine per 250mila dosi.

Ma le novità dell’arsenale terapeutico anti-Covid non finisce qui, visto che, a breve, come ha annunciato il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù, sono attesi anche monoclonali iniettabili a livello intramuscolare che faciliteranno ulteriormente le cure domiciliari.


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