mercoledì 27 maggio 2020
Il premier, nel giorno della proposta Ue di Recovery Plan che dovrebbe assegnare all'Italia 172 miliardi, annuncia riforme per digitale, opere pubbliche, burocrazia e giustizia. Gualtieri: bene Ue
Sette punti per rilanciare l'Italia. Ecco il piano di Conte

Ansa/Filippo Attili

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Incentivi al digitale, strumenti per l' impresa, rilancio degli investimenti pubblici e privati, sburocratizzazione. Questi alcuni dei sette punti chiave di un piano per la ripresa dopo l'emergenza che il premier Conte elenca in una lettera a due quotidiani, proprio nel giorno in cui dalla Ue arriva la proposta di Recovery Plan, per la quale l'Italia deve farsi trovare pronta. Anche perché da fonti europee trapela che al nostro Paese spetterebbero 172,7 miliardi (81,8 miliardi come stanziamenti e 90,9 miliardi come prestiti), tanti sono i fondi proposti dalla Commissione Ue per l'Italia nell'ambito del pacchetto Recovery Fund e che rappresentano la quota più alta destinata a un singolo Paese.

«Sono giorni importanti. Il piano di intervento europeo sta assumendo la sua fisionomia definitiva. L'Italia deve farsi trovare pronta all'appuntamento», scrive sui social il presidente del Consiglio a metà mattina, che annuncia anche un piano di riforme, il Paese «deve programmare la propria ripresa e utilizzare i fondi europei che verranno messi a disposizione varando un "piano strategico" che ponga le basi di un nuovo patto tra le forze produttive e le forze sociali del nostro Paese». Questo è il momento, aggiunge, «per alzare la testa e volgere il nostro sguardo al futuro. Abbracciando questa prospettiva, con coraggio e visione, trasformeremo questa crisi in opportunità».

Nella lunga missiva a Corriere della Sera e Fatto quotidiano, Conte aveva sviluppato punto per punto i cardini di questo piano di riforme che partono proprio dalla nuove infrastrutture e dal rilancio delle opere pubbliche, utilizzando le risorse europee. Non solo, «introdurremo incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all'innovazione». E, continua, «dobbiamo moltiplicare gli strumenti utili a rafforzare la capitalizzazione e il consolidamento delle imprese, anche al fine di sostenere l'attività delle filiere produttive nella fase di ripresa, con particolare riguardo a quelle in maggiore sofferenza».

Novità anche nella Pa, che il premier chiama «una rivoluzione culturale». I funzionari pubblici, pur in un'ottica di rigore e trasparenza, spiega Conte, «devono essere incentivati ad assumersi le rispettive responsabilità. Faremo in modo di evitare che sui funzionari onesti gravi eccessiva incertezza giuridica, ad esempio circoscrivendo più puntualmente il reato di abuso d'ufficio e la medesima responsabilità erariale».

All’Italia inoltre occorre «una graduale ma decisa transizione verso un'economia sostenibile - dice il presidente del Consiglio -, legata al green deal europeo». E si deve «puntare su un grande investimento per il diritto allo studio e per l'innovazione dell'offerta formativa, affinché l'Italia sia tra i primi posti in Europa per giovani con titoli di studio universitario».

Altro capitolo da riformare la giustizia, «abbreviare i tempi della giustizia penale e della giustizia civile», nonché riformare organicamente il codice civile. Di qui l'invito ai partiti a confrontarsi «con la massima speditezza» rispetto a questi tre progetti di riforma presenti in Parlamento. E poi il miglioramento del diritto societario, «introducendo modelli di governance più snelli ed efficienti».

Infine, l'annuncio dell'introduzione di «una seria riforma fiscale. Non possiamo più permetterci - osserva Conte - un fisco iniquo e inefficiente. L'attuale disciplina fiscale è un dedalo inestricabile. Sono cinquant'anni che non si interviene più con una riforma organica», per questo bisogna avere il coraggio di riordinare il sistema delle deduzioni e delle detrazioni: l'equità e la progressività del sistema tributario passano anche da questo intervento. «Dobbiamo fare pulizia – conclude - distinguendo i debiti recuperabili da quelli che non lo sono e rendere più trasparente la giustizia tributaria».

Il ministro Gualtieri all'uscita della Camera

Il ministro Gualtieri all'uscita della Camera - Fotogramma/Luigi Mistrulli

​Gualtieri alla Camera: Ue all'altezza della sfida

A plaudere all’Ue per il piano post coronavirus è stato anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. «La proposta della Commissione Ue è all'altezza della sfida e della necessità di sostenere il rilancio dell'economia con strumenti e risorse comuni – commenta - È un passo avanti storico, ora lavoriamo per adottarla rapidamente. Well done!». Poi rispondendo al question time alla Camera il ministro sottolinea che il governo è impegnato «nel predisporre un vero e proprio piano strategico per la ripresa, nell'orizzonte che vede oggi molto positivamente la commissione Ue presentare la proposta ambiziosa di un grande strumento, che si finanzierà anche con titoli comuni, per sostenere l'Unione e gli Stati membri». Un 'recovery plan', aggiunge, che andrà «nella direzione di rilanciare la crescita, l'occupazione e la coesione affrontando non solo le conseguenze di questa crisi ma anche le grandi sfide davanti a noi, anzitutto innovazione e sostenibilità».

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