martedì 27 marzo 2018
Il Piemonte agevola il rientro dalla maternità. I contributi, fino a 500 euro, saranno erogati solo a quelle famiglie che avranno dimostrato nei fatti pari impegno nelle responsabilità educative
Più sostegni alle mamme solo se papà è in congedo
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La Regione aiuta le madri a tornare al lavoro dopo una maternità ma solo se, nel frattempo, i padri hanno usufruito di un congedo parentale. Si chiama 'Rientro' – nome programmatico – il bando regionale diffuso nei giorni scorsi in Piemonte con un duplice obiettivo: non solo dare una mano alle donne che dopo la nascita di un figlio sono spesso in bilico tra ufficio e lavoro di cura, ma anche stimolare i padri a scegliere con più coraggio il congedo parentale. Insomma, da una parte il sostegno economico, dall'altro il fine educativo.

E, sulla strada delle pari responsabilità, lavoro e impegno familiare devono procedere sullo stesso piano. Sarebbe strabico puntare tutto sulle opportunità professionali e ignorare che, sul versante delle attività di cura e del lavoro domestico, l’Italia è agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda il coinvolgimento dei partner maschili. Ora, a conferma che le politiche familiari possono avere un impatto davvero importante per agevolare anche positive dinamiche di coppia, impegni educativi, gestione domestica, l’idea della Regione Piemonte sembra proprio inserirsi nell'ambito delle prassi virtuose. Sono stati stanziati 500mila euro che verranno assegnati alle lavoratrici madre, anche in caso di adozione e di affidamento di minori.

Nessuna differenza tra settore pubblico o privato, comprese anche lavoratrici autonome, titolari o socie di microimprese. Con il progetto 'Rientro' (Rimanere entrambi responsabili e occupati) verranno assegnate alle donne che faranno richiesta (le condizioni nel bando sul sito della Regione Piemonte) 400 euro per ogni mese in cui il padre ha fruito del congedo, fino al 12° mese di vita del bambino (18° nel caso di minori in situazione di grave disabilità).

Per i nuclei monoparentali composti dalla sola mamma il sostegno, che in questo caso sarà di 500 euro, scatterà al rientro del congedo di maternità o parentale. Si tratta di un’iniziativa che, ha osservato l’assessore alle Pari opportunità della Regione, Monica Cerutti, va al di là di comunque lodevoli politiche antidenatalità, per tentare di realizzare anche obiettivi di parità nel mondo del lavoro. «Troppo spesso davanti alla maternità i datori di lavoro vedono un problema: una discriminazione che non può essere più tollerata».

La speranza è anche quella di colmare il gap di genere tra i tassi di occupazione maschile e femminile. In Piemonte le cose vanno abbastanza bene (– 13,5% rispetto al – 17,7% della Lombardia e al –20,6% del Veneto). «Tuttavia – ha osservato l’assessore al lavoro, Gianna Pentenero – siamo ancora lontani da regioni europee, come il Rhône Alpes francese o il Baden Württemberg tedesco, dove la differenza è inferiore al 10%. È a questi esempi che dobbiamo tendere».

Sempre sul fronte delle politiche familiari la Regione Piemonte ha varato anche un altro progetto innovativo. Si tratta di una sperimentazione per la misurazione dell’impatto familiare nei Centri comunali per la famiglia. Il progetto – messo a punto in collaborazione con il Forum delle associazioni familiari e con l’Università Cattolica di Milano – intende fornire, con i criteri e metodologie del 'metodo di impatto familiare', le competenze per avviare in queste realtà processi di «partecipazione e di cittadinanza attiva».

Determinante il ruolo dell’associazionismo familiare. Sono stati individuati dieci Centri familiari in cui è presente una collaborazione pubblico-privato. «In provincia di Cuneo per esempio – spiega il presidente del Forum Piemonte, Fabio Gallo – abbiamo i centri familiari di Fossano e Savigliano in cui sono presenti associazioni come Papa Giovanni XXIII, Mpv, Focolari, Famiglie numerose. Oltre ad associazioni di carattere locale, che coinvolgono anche gli immigrati ». Oggi in queste realtà le attività sono molteplici: cineforum, proposte per i papà, corsi per genitori, aggregazione, ludoteca, feste per le famiglie immigrate, iniziative per i separati. Ora l’obiettivo è quello di imprimere a tutte queste iniziative una svolta di qualità, secondo il 'metodo' presentato alla Conferenza nazionale sulla famiglia dello scorso settembre.

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