mercoledì 29 marzo 2017
Stasera fiaccolata per dire no all'omertà. Intanto proseguono le indagini, cinque le persone indagate
Mario Castagnacci, di 27 anni, e Paolo Palmisani, 20 anni, in una foto tratta dal pagina facebook "La città di Alatri"

Mario Castagnacci, di 27 anni, e Paolo Palmisani, 20 anni, in una foto tratta dal pagina facebook "La città di Alatri"

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Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, i due ragazzi fermati per l'omicidio di Emanuele Morganti, massacrato di botte ad Alatri, sono detenuti un regime di isolamento nel carcere romano di Regina Coeli. La decisione è stata presa per il rischio di ritorsioni e minacce nei confronti dei due ragazzi da parte di altri detenuti. Intanto, in questa vicenda ancora poco chiara e con le indagini rallentate da molta omertà, emergono altri particolari inquietanti. Mario Castagnacci, era stato fermato a Roma giovedì 23 marzo perché trovato in possesso di centinaia di dosi di droga ma fu rilasciato il mattino successivo, ovvero il 24 marzo. La notte poi avvenne ad Alatri il terribile pestaggio di Emanuele.

Stasera fiaccolata per dire no alla violenza e all'omertà

I cittadini intanto provano a ribellarsi a tanta violenza. Sfilerà stasera per le strade di Alatri la fiaccolata in memoria di Emanuele. "La fiaccolata, organizzata dal Comune, è contro la violenza e l'indifferenza - spiega il sindaco Giuseppe Morini - hanno dato adesioni sindaci della zona e autorità religiose. Ci aspettiamo un migliaio di persone". Partirà alle 19 dalla piazza del centro storico in cui c'è stata l'aggressione al ragazzo: 15 minuti di violenza inaudita con decine di giovani a fare da testimoni silenziosi.


Il procuratore: vicenda di una gravità spaventosa


"La vicenda di una gravità spaventosa perché per motivi banali si è arrivati alla morte di un ragazzo innocente e perbene. Tutto nato da un diverbio in discoteca non con un ragazzo albanese" ha detto il procuratore Capo di Frosinone Giuseppe De Falco nel corso della conferenza stampa nel Comando provinciale dei carabinieri. "Le due persone fermate gravitano in ambienti delinquenziali". L'aggressione è avvenuta a più riprese, Emanuele ha tentato di allontanarsi ma poi, quando è tornato nel locale a prendere la ragazza è stato nuovamente assalito. In ogni caso le indagini continuano, complicate da un clima di omertà. Ci sono altri cinque indagati. "Non possiamo farci condizionare da affermazioni tipo pestaggio di gruppo, dobbiamo valutare la posizione di tutti" ha concluso De Falco.


L'aggressione: 15 minuti di pestaggio in piazza

Sono stati 15 minuti di orrore, di violenza inaudita e gratuita, consumata davanti a decine di ragazzi che riempivano la piazza centrale di Alatri. Nessuna azione fulminea ma compiuta a più riprese anche se per adesso non si parla di premeditazione. Piuttosto di una violenza scatenatasi probabilmente da un mix di alcol e droga e dalla voglia aberrante di dimostrare "davanti a tutti chi comanda e controlla il territorio". Emanuele venerdì notte è nel locale Mirò Club, è con la sua fidanzata, il locale è pieno,complice il week end ed una festa privata. Al bancone si innesca una lite con un altro ragazzo per un cocktail, una banalità, parole pesanti, qualche spintone e niente più. Non si sa ancora se il protagonista abbia avuto un ruolo nel pestaggio.


Nessuno è intervenuto a fermare la violenza

A quel punto però intervengono i buttafuori: prendono Emanuele e lo scaraventano fuori dal locale. E lì inizia il film dell'orrore: il ragazzo è circondato e picchiato da un gruppo che è nella piazza. Riesce a rialzarsi e fugge. Ma il branco lo insegue, lo riprende e lo picchia ancora. Fino ai colpi finali, forse inferti con un manganello e un tubolare in ferro. Colpi alla testa, sferrati con violenza inaudita, insensata, terribile. Molti guardano. Solo un amico di Emanuele interviene, si butta sul suo corpo ed è fatto bersaglio di colpi. Impaurito si sottrae. A sferrare i colpi letali, secondo testimonianze "che hanno avuto riscontri" i due fermati. Colpiscono finché Emanuele non si muove più. Poi i soccorsi, la corsa in ospedale, e la morte due giorni dopo. I due scappano a Roma da parenti dove vengono fermati. Si indaga per capire eventuali responsabilità di altri, dal buttafuori ad alcuni complici.



Chi sono i due fermati accusati di omicido volontario

Sono stati fermati con la pesante accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi i fratellastri Mario Castagnacci e Paolo Palmisani. Il primo, 27anni, con un passato da cuoco in un elegantissimo ristorante sul litorale pontino, ma anche con precedenti per droga, ed il secondo, 20 anni, saltuariamente muratore e "svogliato", da quanto racconta chi lo conosce. Due "attaccabrighe", "svelti di mano" e temuti da tutti; da qui l'omertà. E su tutto i possibilieffetti devastanti di un abuso di droga e alcol per combatterela noia, per sentirsi i re della piazza di Alatri e uccidere amani nude un ragazzino "innocente e perbene" come Emanuele.


Il vescovo Loppa: smarrito il senso della giustizia

Il vescovo della cittadina laziale, monsignor Lorenzo Loppa, interpellato dall'agenzia Sir sulla tragedia, ha notato che «abbiamo smarrito il senso della giustizia nel senso più profondo di rispetto dell'altro, della persona in difficoltà, dell'integrarsi a vicenda, del realizzarsi attraverso il servizio agli altri. Se non ci facciamo custodi degli altri finiamo per essere come Caino". "Le radici del rancore sono seminate come spazzatura ovunque: anni di cinismo, di spirito di competizione, di spazzatura mediatica e politica ci hanno condotto a questi frangenti", osserva il vescovo di Anagni-Alatri, richiamando l'importanza di "educare a una cultura di pace e di rispetto dell'altro".

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