mercoledì 2 settembre 2020
Altre due motonavi, impegnate a pescare all'interno di una auto-istituita Zona esclusiva libica, sono sfuggite alla cattura. Sono stati esplosi alcuni colpi d'arma da fuoco
Una motovedetta della Guardia Costiera libica

Una motovedetta della Guardia Costiera libica - Ansa / Uffici stampa Marina libica

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Due pescherecci, “Antartide” e “Medinea”, entrambi iscritti al Comparto marittimo di Mazara del Vallo (Trapani), sono stati sequestrati nella tarda serata di ieri a circa 35 miglia nord da Bengasi, in quel tratto di mare all’interno della cosiddetta ZEE (Zona Economica Esclusiva) che la Libia ha istituito unilateralmente nel 2005 e che si estende 62 miglia oltre le 12 miglia convenzionali relative alle acque territoriali.

Erano circa le ore 21 quando i due pescherecci mazaresi, che storicamente battono quelle acque ricche di gambero rosso, sono stati avvicinati da una motovedetta con militari bengasini a bordo che hanno loro intimato di fermarsi e seguirli in porto ove sarebbero arrivati questa mattina.

Contemporaneamente gli stessi militari, con un gommone, hanno avvicinato altri due pescherecci, un altro mazarese, “Anna Madre”, ed un altro di Pozzallo, il “Natalino”, che si trovavano nelle vicinanze insieme ad altri cinque motopesca; in entrambi i casi i rispettivi comandanti sono stati trattenuti mentre i pescherecci sono riusciti ad evitare il sequestro.

L'equipaggio di "Antartide" è composto da 10 persone, quello di "Medinea" da sei. Ora le due motonavi sono ormeggiate al porto di Bengasi, città controllata dagli uomini del generale Khalifa Haftar. I marittimi si troverebbero a bordo e non in stato di detenzione.

Il caso viene monitorato dal comando generale delle Capitanerie di Porto e dalla Farnesina. Il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, ha confermato che contro i pescherecci italiani sono stati esplosi colpi di arma da fuoco, "ma per fortuna non si registrano né feriti né danni".

Quinci ha aggiunto: "Non ho elementi per suffragare la mia ipotesi - aggiunge - ma penso che la tempistica non sia casuale: il
sequestro è avvenuto mentre il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio era in Libia ed è stato effettuato da autorità marittime
che fanno capo all'autoproclamato governo dell'est del Paese".

"Inutile dire che la marineria di Mazara del Vallo è molto preoccupata e lo siamo tutti. Ma nutro fiducia nella nostra ambasciata che in situazioni simili ha avuto comportamenti ineccepibili", conclude.

Un membro dell'equipaggio della "Medinea" è riuscito a parlare co l'armatore del motopesca: "Stiamo bene. Ci trattano bene, stiamo sbrigando alcuni documenti e aspettiamo di ricevere qualche notizia per tornare presto a casa". Poche parole per tranquillizzare anche i familiari. "Tutti e sei sono a bordo - racconta Marrone all'Adnkronos -. Il capitano ieri sera, quando la barca è stata bloccata, è stato preso a bordo della vedetta libica e portato a Bengasi, poi è stato nuovamente trasferito a bordo del peschereccio".

Quello dei sequestri è un problema che la marineria di Mazara del Vallo conosce bene. "È un fenomeno che va avanti da anni - dice Marrone -, siamo stanchi, non si può più lavorare così. Adesso la priorità, però, è portare a casa l'equipaggio e la barca. Speriamo che la Farnesina riesca a fare tempestivamente qualcosa. C'è massima attenzione".

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