mercoledì 25 gennaio 2012
Un centinaio di persone hanno manifestato davanti a Montecitorio contro il caro gasolio: "Siamo alla disperazione". C'è stata una carica della polizia dopo il lancio di petardi e bombe carta. Poi è tornata la calma.
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​E' di tre feriti il bilancio conclusivo di un'accesa protesta dei pescatori davanti a Montecitorio. Da mercoledì mattina un centinaio di persone manifestano davanti all'ingresso principale della Camera contro il caro gasolio. Mercoledì pomeriggio si sono registrati i tafferugli con le forze dell'ordine, con lanci di petardi e bombe carta. Dopo una carica della polizia i manifestanti hanno alzato le mani in segno di resa.LE VOCI DELLA PROTESTA: "SIAMO DISPERATI" "Le associazioni non ci rappresentano più, non ci hanno mai rappresentato". I pescatori che protestano a piazza Montecitorio, spiegano così le loro ragioni: "Affamati dall'Iva, non possiamo più lavorare". A parlare è il signor Antonio Grasso, 63 anni, "in mare da quando ho imparato a stare in piedi". "Una volta - racconta - quando si facevano le leggi, si interpellavano i presidenti delle cooperative, si spiegava cosa sarebbe  successo. Oggi, invece, le leggi ce le portano direttamente a casa". Il signor Grasso lavora nel Golfo di Policarpo, vive a Sapri, in provincia di Salerno: "Vengo da una famiglia di 14 figli, tutti pescatori, e anche i nostri figli e nipoti sono pescatori. Mio figlio è diplomato geometra, ma non ha trovato lavoro e viene in mare insieme a me. Purtroppo, però, non si riesce a fare una famiglia: hanno levato l'art. 8 bis, che c'era dai tempi del fascismo, e che ci dava sgravi sul materiale di bordo, dalle reti alla vernice, compreso il gasolio. Ora i costi sono diventati insostenibili". Il signor Grasso racconta, infine, quello che è successo prima e dopo la carica di alleggerimento delle forze dell'ordine: "I pescatori hanno sparato dei botti, delle rimanenze delle feste natalizie, e la polizia ha caricato. Qualcuno si è fatto male. Quello che non capiscono è che noi siamo qui per disperazione".
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