giovedì 28 gennaio 2010
I lavoratori irregolari avranno la possibilità di ottenere un permesso temporaneo. Il ministro Frattini: la cittadinanza non è un dono, ma, se interessa, deve essere conquistata.
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La novità è una (mezza) sanatoria. I lavoratori stranieri clandestini, e dunque irregolari, potranno ottenere un permesso di soggiorno temporaneo in cambio della denuncia della propria condizione (che servirà ad esempio anche per trovare un nuovo impiego), com’è previsto da una delega al governo che recepisce la normativa europea. La misura, che prima di diventare operativa richiede l’emanazione di un decreto legislativo, è inserita nella legge comunitaria 2009 da ieri all’esame del Senato. I decreti legislativi previsti dalla delega – si legge nel testo – dovranno quindi «prevedere la non applicazione delle sanzioni a carico di quei datori di lavoro che scelgano di autodenunciarsi e siano disposti a regolarizzare la posizione dei lavoratori impiegati clandestinamente, nonché a corrispondere loro retribuzioni e contributi arretrati che sarebbero stati dovuti in caso di assunzione regolare». Le norme delegate potrebbero inoltre avere portata più ampia: infatti tra i criteri previsti c’è la «verifica della possibile estensione delle norme contro il lavoro nero extracomunitario anche al lavoro nero nazionale, qualora tali norme risultassero più favorevoli alla parte contrattuale più debole». Intanto il ministro degli Esteri è tornato sulla questione della cittadinanza: «Non è un dono, ma qualcosa che chi ne è interessato conquista», ha detto Franco Frattini. «Se si vuole dimostrare la volontà di essere italiani lo di può fare – è andato avanti –. Non si può dire "voglio integrarmi ma parlare a scuola la lingua araba"». Così per Frattini sono necessari impegni precisi, come «l’apprendimento della lingua, il rispetto dei doveri e l’esercizio dei diritti, un lavoro regolare una situazione abitativa decorosa». Il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, fa sapere di sentirsi «orgoglioso di essere in un Paese senza fenomeni veri di xenofobia», spiegando come «in tutta Europa proliferano mostri con partiti politici, formazioni politiche e banche che vanno in giro a bruciare e disseppellire». Tremonti ritiene che «altrove stanno peggio, noi abbiamo una struttura civile che tiene, 8mila comuni e un grande patrimonio di civiltà e non abbiamo grandi città con intorno anelli infernali di periferia con potenziali rivolte». Infine ha ribadito che su immigrazione e la cittadinanza avvierà una discussione con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, partendo da un’analisi dei flussi di rimesse degli immigrati. Però il leader Pd Massimo D’Alema non crede «che gli immigrati siano visitatori momentanei». E l’Italia affronta il fenomeno con politiche che ostacolano la loro integrazione fino a impedirla. Gli immigrati rappresentano il 15% della manodopera e nelle mansioni più umili la maggioranza del mondo del lavoro», che «non ha diritto di voto, quindi assomigliamo sempre più a una democrazia censitaria come nell’antica Grecia».
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