martedì 7 luglio 2020
Tablet, farmaci, aiuti concreti e raccolte fondi: così a Milano, Vicenza, Cesena, Roma e Napoli, ci si organizza dal basso per rispondere subito all'emergenza sociale
Periferie popolari e fragilità: una rete per aiutare i quartieri
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«Quando uno sta male, l’energia per riprendersi la trova in un legame affettivo, nel volto di qualcuno che lo accompagna, in un rapporto che lo strappa dalla solitudine e dalla paura di non farcela. Noi non abbiamo grandi mezzi economici a disposizione, durante l’emergenza degli ultimi mesi abbiamo continuato un cammino di condivisione perché la gente che stavamo aiutando non perdesse la speranza».

Fulvia Ferrante è la superiora della comunità delle Suore di Carità dell’Assunzione e sintetizza così l’esperienza del lockdown vissuta insieme alle sue consorelle al quartiere Corvetto, periferia popolare di Milano. Un’esperienza fatta di vicinanza alle famiglie più povere, di aiuto allo studio a ragazzi spiazzati dalla didattica a distanza e dalla mancanza di dispositivi informatici per affrontarla, di piccoli gesti di attenzione che hanno sostenuto questo tempo di prova. Un tempo che perdura e in cui all’emergenza sanitaria si è affiancata quella economica, un tempo in cui la parola fragilità si è declinata in tanti aspetti, dalla perdita del lavoro alla difficoltà di pagare le bollette fino alla fatica della convivenza per famiglie numerose, costrette a lunghe convivenze in pochi metri quadrati.

Nel tempo della prova emerge l’importanza dei legami, di una vicinanza umana capace di coniugare il sostegno materiale con una compagnia umana che aiuti a ritrovare le ragioni del vivere. È in questa prospettiva che si muove il progetto 'Accanto a chi ha bisogno', una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi lanciata in queste settimane da Fondazione Avsi e che comprende una serie di interventi mirati: sostegno a famiglie che vivono situazioni di disagio economico-sociale, fornitura di tablet e computer per attività educative a distanza, fornitura di dispositivi di protezione individuale, di materiale igienico-sanitario e di farmaci di prima necessità nelle situazioni a rischio (come la presenza di malati e disabili nel nucleo familiare), interventi per aiutare piccoli imprenditori ad affrontare la crisi, sostegno economico a piccole imprese nei settori del turismo, ristorazione, commercio e artigianato.

I fondi che si stanno raccogliendo per sostenere il progetto – obiettivo 400mila euro (QUI IL SITO) – hanno come destinatari alcune realtà operanti in Lombardia, a Vicenza, Cesena, Roma e Napoli con le quali Avsi collabora da tempo e sono caratterizzate da un intenso rapporto con i bisogni della gente: oltre all’Istituto delle Suore di Carità dell’Assunzione, la cooperativa Martinengo, il centro di aiuto allo studio Portofranco, i Banchi di solidarietà.

«Per rispondere efficacemente bisogna avere ben presenti i volti e i bisogni specifici delle persone – spiega Guido Calvi, responsabile del progetto –. Per questo ci appoggiamo su una rete molto radicata sul territorio. Per lo stesso motivo in alcune città offriamo il nostro contributo ai progetti promossi dalle amministrazioni comunali. Piuttosto che creare interventi paralleli che rischiano di risultare inefficaci, riteniamo più utile affiancare strategie di intervento già collaudate e che hanno dimostrato di saper rispondere ai bisogni in materia significativa».

Inoltre, insieme agli psicologi dell’associazione Resilience, vengono realizzati interventi di supporto psico- sociale a favore delle famiglie coinvolte nel progetto. «In questo momento – osserva Calvi – è fondamentale che le persone non restino da sole. Rafforzare i legami esistenti è la strada da seguire».

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