sabato 17 settembre 2016
​Non autosufficienza, stabilizzato dal governo il fondo. "Dopo di noi" e inserimento lavorativo nel programma d'azione biennale. Il presidente della Repubblica Mattarella: favorire l'integrazione.
Per i disabili gravi 400 milioni l'anno
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Stabilizzato il fondo per la non autosufficienza, che d’ora in avanti, potrà contare su risorse per 400 milioni l’anno. La firma del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in calce al relativo decreto, è arrivata ieri mattina proprio mentre a Firenze si aprivano i lavori della quinta Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità, a cui è giunto anche il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Le politiche pubbliche devono mirare, nei singoli contesti territoriali, a contrastare ogni forma di diseguaglianza, favorendo l’integrazione, lo scambio e la solidarietà», si legge nel messaggio del Quirinale. «Il fondo ha avuto un’innovazione fondamentale: è stato stabilizzato, cioè dura per sempre», ha detto il direttore generale per l’inclusione e le politiche sociali del ministero del Lavoro, Raffaele Tangorra, annunciando la firma di Padoan. Soddisfatta la sottosegretaria al Lavoro, Franca Biondelli, che però ha «già chiesto l’incremento del fondo e le prime risposte sono positive». «Probabilmente ci saranno risorse aggiuntive», ha ribadito, sottolineando che «con la stabilizzazione si può lavorare per avere risposte uniformi su tutto il territorio nazionale». Proprio ciò che manca, secondo il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), che parla di situazione «frastagliata e contraddittoria», che rischia di «compromettere il raggiungimento degli obiettivi minimi» del Secondo programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, presentato e discusso a Firenze. «I giusti principi del documento – si legge in una nota della Cnca – rischiano di essere del tutto disattesi nella pratica concreta di Regioni, Comuni, aziende sanitarie, sia con i propri servizi sia nei rapporti con il terzo settore». Un timore rilanciato da Carlo Francescutti, coordinatore del comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla disabilità, chiamato a mettere a punto il secondo Programma di azione biennale. «Il primo è rimasto nei fatti sulla carta», ha ricordato Francescutti. «Il programma d’azione – ha aggiunto – volutamente non addita la luna. Lo sforzo fatto è di proporre all’azione di governo obiettivi realizzabili, in molti casi senza aggravio della finanza pubblica». Tra gli obiettivi del Programma bienna-le, la revisione dell’accertamento della disabilità, che da accertamento di natura medico legale concentrato sulla menomazione dovrebbe passare alla valutazione delle potenzialità dell’individuo e delle limitazioni dell’ambiente. Tre le macro aree individuate: la non autosufficienza, il dopo di noi e la vita indipendente e l’inserimento lavorativo. Tematiche, che, a giudizio del presidente della Fish,Vincenzo Falabella, «non possono essere analizzate singolarmente, ma vanno inserite in una cornice molto più ampia». «Per garantire l’inclusione sociale delle tante persone con disabilità – ha aggiunto Falabella – occorre intervenire e tutelare il diritto alla salute, il diritto all’inclusione scolastica e il diritto alla formazione e al lavoro». In altre parole, per Falabella si tratta di «tre pilastri fondamentali, che vanno visti non in maniera esattoriale, ma in cornice più ampia, perché toccano molti punti della vita delle persone». Di «inversione di tendenza» ha quindi parlato Francesco Bettoni, presidente della Fand, riferendosi alla stabilizzazione del fondo per la non autosufficienza. «È positiva la stabilizzazione di 20 milioni di euro l’anno per la dotazione del fondo per il diritto al lavoro dei disabili – ha aggiunto –. Sono segnali di controtendenza, certamente non sufficienti, ma almeno siamo su una strada nuova». Proprio per denunciare e combattere le discriminazioni dei disabili, l’Associazione degli invalidi civili Anmic ha attivato un servizio di consulenza telefonica gratuita, al numero 800572775. «Il nostro numero verde – spiega il Presidente nazionale, Nazaro Pagano – si rende ormai necessario per dare il coraggio di denunciare in modo tempestivo tutte quelle ingiustizie che penalizzano ulteriormente la già difficile vita quotidiana di oltre 3 milioni di italiani con disabilità». © RIPRODUZIONE RISERVATA La Conferenza
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