martedì 5 luglio 2016
​La Corte respinge le questioni di costituzionalità sollevate sul contributo applicato alle cosiddette pensioni d'oro: "E' interno al circuito previdenziale e giustificato in via del tutto eccezionale dalla crisi contingente e grave del sistema". 
La Consulta salva il prelievo di solidarietà
COMMENTA E CONDIVIDI

Una misura interna al sistema previdenziale e, soprattutto, "giustificata dalla grave e contingente crisi economica". Queste le motivazioni con cui la Corte costituzionale ha respinto le diverse questioni di costituzionalità relative al contributo di solidarietà sulle cosidette pensioni d'oro, il provvedimento introdotto dal governo Letta che scadrà nel dicembre 2016. La Consulta ha ritenuto che il prelievo sulle pensioni di importo più elevato debba essere considereato come "contributo di solidarietà interno al circuito previdenziale e giustificato in via del tutto eccezionale dalla crisi contingente e grave del sistema", escludendone quindi la natura tributaria.

La Corte ha stabilito inoltre che tale contributo rispetti il principio di progressività e, "pur comportando innegabilmente un sacrificio sui pensionati colpiti", è "comunque sostenibile in quanto applicato solo sulle pensioni più elevate". Nella norma esaminata dalla Corte, ad essere toccati sono gli assegni da 14 a oltre 30 volte il minimo Inps, con una quota progressiva del 6% per gli importi da 91.343 a 130.358 euro lordi annui; del 12% per gli assegni da 130.358 a 195.538 euro; del 18% da 195.538 euro in su. A "impugnare" queste misure con 6 diverse ordinanze, sono state varie sezioni regionali della Corte dei Conti sulla scorta dei ricorsi presentati da ex dirigenti dello Stato e di enti pubblici e privati, edx docenti universitari, ufficiali delle forze armate e molti magistrati.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: