giovedì 5 maggio 2016
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Renzi: si chiamerà Ape. E annuncia misure su Irpef e bollo auto ROMA Dopo mesi di annunci, attese e polemiche comincia a prendere forma il nuovo strumento che permetterà ai lavoratori a due-tre anni dalla pensione di anticipare l’uscita con una penalizzazione dell’assegno. Di definito c’è ancora poco se non il fatto che si chiamerà Ape (sigla che sta per Anticipo pensionistico). Ma stavolta Matteo Renzi è stato chia- ro sui tempi: «Ci siamo impegnati a intervenire nella legge di stabilità 2017». Il presidente del Consiglio ne ha parlato ieri nel filo diretto con i cittadini via Twitter e Facebook, nel corso del quale ha confermato anche il proposito di intervenire sulle aliquote Irpef, ha annunciato «interessanti novità» da Equitalia e ventilato l’ipotesi di sostituire il bollo auto con un maggiorazione sulle accise di benzina e gasolio. Dopo le tensioni sulla giustizia e a poche settimane dal voto delle comuna-li, il premier punta su argomenti con ricadute concrete sulla vita dei cittadini. Sul tema della flessibilità pensionistica il meccanismo sarebbe stato ormai individuato: «Si chiamerà Ape: c’è già il simbolo e il logo», ha detto Renzi, e «con la stabilità del 2017» consentirà di «anticipare, con una decurtazione economica, l’ingresso in pensione solo per un certo periodo di tempo»: l’obiettivo è venire incontro a quegli «sfigati», come li ha chiamati scherzosamente Renzi, «che stavano per andare in pensione», ma, a causa dello «scalone secco» introdotto dalla riforma Fornero, hanno perso «il treno». La misura riguarderebbe almeno per ora, ha chiarito, i nati negli anni 1951-1953, cioè coloro che nel 2017 compiranno dai 64 ai 66 anni. Il governo sta lavorando alla misura con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e l’Inps. Il sottosegretario Tommaso Nannicini ha ipotizzato nei giorni scorsi soluzioni differenziate, per limitare la spesa da parte dello Stato. Una sorta di prestito pensionistico, con l’apporto del mondo creditizio e assicurativo privato, a carico soprattutto delle aziende quando hanno bisogno di favorire l’uscita di personale, dello Stato quando si va a sostenere un disoccupato. Renzi ha parlato di confronto con le parti coinvolte, dai sindacati alla Ue. Punto centrale sarà l’entità della «decurtazione » dell’assegno. Cisl e Cgil chiedono «una convocazione rapida», e dicono di «smetterla con gli annunci». Sul fisco Renzi ha affermato che l’ideale «sarebbe ridurre le fasce Irpef», che ora sono cinque. «Alla fine dovremo trovare il modo di avere quattrini su questo», ha detto senza prendere impegni precisi. Quanto al bollo auto sostituito da un aumento delle accise, il capo del governo si è limitato a commentare che «non è una cattiva idea, ma intelligente e dall’utilità concreta perché in questo caso pagherebbe solo chi usa, consuma, inquina ». Mentre sempre sul fronte fiscale, ha promesso non precisate «novità molto interessanti» in arrivo da Equitalia. Intanto il governo ha presentato in Senato la norma che modifica i criteri di calcolo dell’Isee (l’indicatore di reddito per accedere ai servizi). Rispondendo ai rilievi espressi dal Consiglio di Stato, l’emendamento stabilisce che le indennità ricevute dai disabili non contribuiscono più al calcolo del reddito. © RIPRODUZIO. NE RISERVATA
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