martedì 20 aprile 2010
Il presidente della Camera è riuscito a ottenere sotto un ordine del giorno di solidarietà personale la firma di 40 deputati e 14 senatori. Nel frattempo anche il ministro Ignazio La Russa ha raccolto le firme di parlamentari del Pdl ex di An sotto un documento di assoluta fedeltà al partito: in totale le firme in calce sono 75.
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Terminata la riunione con i suoi, dopo una boccata d'aria nel cortile della Camera, Gianfranco Fini ha passeggiato in Transatlantico e alla buvette con al fianco il vicepresidente di Montecitorio Maurizio Lupi.Dopo una brevissima conduzione dell'aula si è poi chiuso con Lupi una mezz'ora nel suo studio al piano terreno. Che presidente e vicepresidente della Camera parlino e discutano fra loro è ovvio ed è un compito istituzionale. Ma che Fini si mostri sorridente al fianco di Lupi in questi giorni di grande tensione con Berlusconi è senza dubbio un segnale di distensione, la sintesi plastica di una giornata in cui tutti drizzavano le orecchie per cogliere ogni rumor di sciabole.I conti della battaglia odierna dicono che Fini è riuscito ad ottenere sotto un ordine del giorno di solidarietà personale la firma di 40 deputati e 14 senatori, mentre due parlamentari che pure hanno partecipato alla riunione di questa mattina non hanno voluto firmarlo.Nel frattempo anche il ministro Ignazio La Russa ha raccolto le firme di parlamentari del Pdl ex di An sotto un documento di assoluta fedeltà al partito, pur recependo alcune delle notazioni politiche sulla conduzione del Pdl fatte da Fini: in totale le firme in calce a quest'altro documento sono 75.L'eredità di An è così ora ormai formalmente divisa in due diverse correnti interne al Pdl. La cosa un pò strana di oggi è che ora i finiani negano decisamente ogni volontà scissionista, ma anche quella di volersi costituire in corrente interna al Pdl, mentre l'uscita di La Russa di fatto crea un'altra corrente formale all'interno del partito.
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