lunedì 18 novembre 2013
In un breve comunicato la Procura conferma che non ci sono nuovi indagati nella vicenda Fonsai. Palazzo Chigi intanto conferma la sua fiducia al ministro della giustizia, mentre Pippo Civati  annuncia l'intenzione di presentare una mozione di sfiducia all'assemblea del Pd. E Renzi: «Il Guardasigilli faccia un passo indietro».
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Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, non è indagata per il caso Ligresti. In un breve comunicato la Procura della Repubblica di Torino rende noto che non ci sono nuovi indagati in relazione agli ultimi sviluppi della vicenda Fonsai. La Procura di Torino ha comunque disposto la trasmissione degli atti in fascicolo K, senza indagati né ipotesi di reato, a Roma. "Con riferimento a documenti acquisiti solo di recente (tabulati in data 6 novembre e relativa annotazione Gdf in data 16 novembre) riferibili al cosiddetto Caso Ligresti - è scritto nel comunicato firmato dal procuratore capo Giancarlo Caselli -, la procura di Torino comunica che nessun soggetto è stato iscritto nel registro degli indagati. È stato invece formato - è scritto ancora - un fascicolo modello K (atti relativi a fatti nei quali non si ravvisano reati allo stato degli atti, ma che possono richiedere approfondimenti). Questo fascicolo - si conclude - sarà trasferito alla Procura di Roma in quanto territorialmente competente".Il governo conferma la fiducia al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, in merito alle polemiche sul caso Ligresti e alla luce anche della mozione di sfiducia M5S che verrà votata mercoledì nell'Aula della Camera. "La posizione non cambia", spiegano fonti di Palazzo Chigi. Ma nel caso in cui dovessero essere emergere elementi di novità si "valuterà con attenzione", aggiungono le stesse fonti."Alcune telefonate del ministro Cancellieri sono state inopportune''. Lo ha detto Mario Monti intervistato da Omnibus (La 7). ''Stimo moltissimo il ministro. Come voterò sulla mozione di sfiducia? Sarà a scrutinio palese e sarà possibile vedere come tutti voteranno''. Nel Pd però la fronda contro il ministro, che oltre alla mozione di sfiducia del M5S rischia di doverne affrontare una anche del Pd. Dai Democrat arriva infatti un pressante invito a farsi da parte. A ribadire con chiarezza come la pensa è il sindaco di Firenze Matteo Renzi: "La Cancellieri si deve dimettere" anche se la cosa va decisa all'interno del partito. E va giù pesante anche il viceministro all'Economia Stefano Fassina: "È evidente che il rapporto con il ministro si è incrinato e che una valutazione vada fatta". Chi passa direttamente alle vie di fatto è il candidato alla segretaria Pd Pippo Civati, che annuncia l'intenzione di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli all'assemblea del partito di martedì. Una mozione, messa giù con il senatore Felice Casson, simile a quella del M5S che arriva in Aula mercoledì. "Il Pd dice di non poter 'sfiduciare' la Cancellieri perché non si può votare la mozione del M5S, segnalo che ne possiamo presentare una noi", afferma Civati. D'altra parte, proprio dopo la blindatura del governo Letta, la questione del rimpasto si è riaperta, anche per la contemporanea richiesta di Sc di rivedere la sua partecipazione all'esecutivo visto che Mario Mauro non siede più tra i suoi banchi.
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