venerdì 9 agosto 2013
Epifani alla Direzione del partito: l'Italia chiede responsabilità, senza logoramenti e fibrillazioni. Il premier: col porcellum si tornerebbe a larghe intese. Il segretario: su Iva-Imu cercheremo soluzioni compatibili.
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Assemblea nazionale il 20 settembre, il congresso entro novembre, compatibilmente con le modifiche statutarie che si deciderà di adottare. Guglielmo Epifani indica la tabella di marcia che porterà a eleggere il nuovo segretario del Pd, ma ègiallo sulla data del congresso, non espressamente indicata, neanche in una nota ufficiale diramata dopo la direzione. Quanto basta per alzare la tensione, gia' alta, con Matteo Renzi e i renziani che danno per buona'' la data del 24 novembre, innescando cosi' una 'battaglia' sulla tempistica. Si svolge nella sala dei gruppi alla Camera, la riunione della direzione del Partito democratico. Arriva il premier Enrico Letta e si siede accanto al segretario Guglielmo Epifani.

Arriva anche Matteo Renzi, che saluta Letta con una stretta di mano che i presenti descrivono come gelida. C'è anche una stretta di mano tra Renzi e Pier Luigi Bersani. Poi il segretario prende la parola e conferma la linea del partito: blinda il governo Letta, ma a Silvio Berlusconi ribadisce che "le sentenze si rispettano" e che "non si può contrapporre la legittimazione data dalla rappresentanza politica al principio di legalità". Epifani invita il Pdl a non far prevalere logiche di parte e aggiunge che il Pd deve essere "pronto a tutto". Alla caduta del governo, si intende, ma innanzitutto, sottolinea, a sostenere con convinzione l'Esecutivo. Perché "il Paese chiede oggi responsabilità e soluzioni dei problemi" ed Enrico Letta deve poter procedere "senza logoramenti e fibrillazioni". Ma è la partita interna al Pd a tenere tutti con il fiato sospeso. La direzione si apre infatti in un clima di alta tensione. I renziani, come detto chiaramente ieri dallo stesso Matteo Renzi, sono pronti a salire sulle barricate se non venisse indicata una data per il congresso.

"Sarebbe grave", dice Matteo Richetti. Dunque, dal segretario si attende una data e c'è un attimo di sconcerto, tra gli uomini vicini al sindaco, quando Epifani annuncia che il 20 e 21 settembre si riunirà l'assemblea nazionale, che dovrà fissare le regole e ufficialmente la data. Ma aggiunge: "Confermo tutto: tempi e funzione del congresso". A quel punto, chi vorrebbe l'indicazione da subito di una data per le primarie, si ritrova un po' spiazzato. Quale giorno? Chiede Davide Faraone su Twitter. E Magda Negri prende la parola dopo l'intervento di Enrico Letta per chiederlo davanti a tutti al segretario: qual e' la data che Epifani conferma? Risponde Marina Sereni: E' quella del 24 novembre, indicata nella scorsa riunione della direzione. Il segretario annuisce con aria, descrivono, piuttosto seccata, e i renziani si dichiarano soddisfatti: sotto la nostra pressione, spiegano, almeno un orizzonte temporale è stato indicato. Ma non finisce qui, perché dopo la fine dell'assemblea il partito dirama una nota in cui spiega che l'indicazione politica di Epifani è concludere i congressi locali e nazionali, "compatibilmente con le modifiche statutarie che si deciderà di adottare, entro novembre".

I parlamentari, lasciando la direzione, leggono e qualcuno, come Giorgio Tonini, parla di "sconcerto e sorpresa". Perché, spiegano, il rischio che slitti tutto a fine anno e anche oltre, non è ancora esorcizzato. Se ne riparlerà a settembre, con un occhio anche alle sorti del governo, che potrebbero trasformare le primarie per il segretario in primarie per la premiership. Intanto, un'intesa di massima sarebbe stata raggiunta sulle regole: primarie aperte a iscritti e chi firmi la carta d'intenti, come è stato finora. E in più una modifica statutaria per affermare che il segretario del partito non è necessariamente il candidato premier (ma non si esclude possa esserlo). Anche su questo, dicono però i più battaglieri, la partita sarà tutta da giocare in assemblea.

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