mercoledì 18 dicembre 2019
Ancora scontro tra M5s e Palazzo Koch dopo il salvataggio dell'istituto pugliese
Palazzo Koch

Palazzo Koch - Ansa

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Una doppia polemica, politica e dai possibili risvolti giudiziari, investe la Banca Popolare di Bari, appena 'salvata' dal governo. Il primo caso nasce da un audio pubblicato dal sito fanpage.it - in cui l’amministratore delegato dell’istituto di credito, Vincenzo De Bustis, parla di «cattivo management » e accusa alcuni direttori di filiale di aver «truccato tutti i conti». Audio acquisito dalla Procura del capoluogo pugliese, che da tempo indaga sulla gestione della banca.

Il caso più politico riguarda invece due versanti. Il primo vede M5s di nuovo all’attacco della Banca d’Italia «è evidente che non esercita fino in fondo la sua funzione, cosa che è costata il fallimento di molte banche e di molte famiglie». L’altro investe il senatore del M5s Elio Lannutti, che non intende recedere dalla candidatura a guidare la nuova commissione sulle banche, nonostante il suo nome non vada giù a Pd e Italia viva. E nonostante sia emerso che il figlio lavori proprio alla Popolare di Bari. «È solo un impiegato, dov’è il conflitto di interessi?», replica Lannutti. Che minaccia azioni legali contro chi «continuerà ad alimentare questa campagna». A difenderlo sarà l’avvocato Antonio Di Pietro, ex pm di Mani pulite, ex ministro e leader dell’Italia dei valori (partito in cui Lannutti militava). Con lui ieri il senatore pentastellato è stato per qualche ora a colloquio con Beppe Grillo a Roma.

Lannutti si è difeso dagli attacchi politici di Pd e Iv. E già al mattino, in un’intervista a un quotidiano, annunciava che avrebbe tirato dritto, forte - a suo dire - dell’appoggio di Luigi Di Maio. Se Pd e Renzi non lo voteranno, attacca, saranno loro responsabili della spaccatura della maggioranza. La dem Alessia Morani lo invita invece a ritirarsi per «togliere la maggioranza da questo gigantesco imbarazzo». E Davide Faraone (Iv) chiede la scelta di un nome condiviso. M5s si stringe a difesa di Lannutti per il «vile attacco». Ma il movimento già pensa ad altri nomi, capendo che sull’ex presidente dell’Adusbef l’accordo sarà assai improbabile. Si fanno i nomi di Alvise Maniero (secondo più votato dal M5s per la guida della commissione), di Carla Ruocco, presidente della Commissione Finanze della Camera e del questore del Senato Laura Bottici.

M5s è a sua volta costretto a negare conflitti di interessi per la presenza nel cda di Invitalia (la società di investimenti del Mef coinvolta nel piano di salvataggio della Popolare di Bari) di Paola Ciannavei, sorella del legale del M5s Andrea, la quale a sua volta ha varie volte tutelato gli interessi pentastellati. Nello stesso cda, fanno notare dal M5s, c’è pure l’ex parlamentare dem Stefania Covello, ora Iv. A questo quadro politico si è aggiunta la bomba dell’audio, finito on-line, relativo a una riunione riservata del 10 dicembre (tre giorni prima del commissariamento) tra i vertici della banca e il management. Oltre a De Bustis che definiva «veramente irresponsabile» quanto accaduto negli ultimi 3-4 anni, interviene anche il presidente Gianvito Giannelli. Questi fornisce una previsione sbagliata, cioè che la banca non sarebbe stata commissariata. Ma anche una esatta, riguardo al piano di investimenti pubblici e privati (Fondo interbancario). Un percorso «assistito dalla vigilanza» che si chiuderà «prima di Natale», dice. Con un’«attenzione anche a livello politico, condivisa ai vertici del governo». Sempre il renziano Faraone sottolinea come tale «certezza» viene espressa «quando il Cdm non era nemmeno stato convocato». Il premier Giuseppe Conte precisa di non aver mai parlato con i vertici di Bpb.

Intanto, mentre arriva in Gazzetta ufficiale il decreto sul finanziamento a Invitalia per massimo 900 milioni, si muovono sindacati e sigle dei consumatori. I primi si dicono «fiduciosi », dopo l’incontro di ieri con i commissari della banca. Ma aspettano il piano industriale per «capire se ci saranno posti di lavoro a rischio». Il Codacons presenta l’annunciato esposto contro Bankitalia.

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