Nasce la prima associazione antiracket di Reggio Calabria. E nasce nel migliore dei modi. Con ben tredici imprenditori che ci mettono la faccia, addirittura disposti a esporre nelle proprie aziende un cartello che annuncia l’adesione al 'Patto antiracket'. E nasce col pieno sostegno della Prefettura di Reggio Calabria, dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), della Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane (Fai). Una bella notizia, attesa da tanti anni. Infatti Reggio Calabria è l’ultima grande città a forte presenza mafiosa a non avere un’associazione di imprenditori antipizzo.
Ci sono da tempo a Palermo, Napoli, Bari, più recentemente anche a Foggia. Nella città dello Stretto ci sono stati, e ci sono, singoli imprenditori che hanno denunciato le estorsioni, come Filippo Cogliandro e Tiberio Bentivoglio, e in provincia come Gaetano Saffioti e Nino De Masi, ma un’associazione non era mai riuscita a nascere, malgrado le continue sollecitazioni della magistratura e le iniziative di associazioni come Libera. Come ben noto, le denunce singole mettono a rischio gli imprenditori, mentre essere assieme crea una vera rete di tutela. «Oggi noi offriamo uno strumento in più agli operatori economici, perché l’associazione è fatta dagli imprenditori che sono in grado di garantire ai propri colleghi che ancora non lo hanno fatto, che vale la pena fidarsi delle istituzioni – sottolinea Tano Grasso, presidente onorario della Fai – . Un nuovo strumento che li avvicina alle forze di polizia e all’autorità giudiziaria e distrugge ogni possibilità di alibi. Prima si poteva dire che era complicato e si restava soli. Adesso questo alibi è stato demolito».
Ne è profondamente convinto Francesco Siclari, imprenditore edile che nel 2020 denunciò intimidazioni estorsive, e oggi è il presidente della neonata associazione antiracket. «È un percorso difficile, di solitudine in una fase iniziale, che ha segnato molto la mia vita. Però arriva un certo punto della tua vita che dici 'basta' e decidi di liberarti. Questa giornata è il coronamento di un percorso iniziato più di due anni fa, e che abbiamo affrontato con il supporto della Fai. Non è stato facile ma siamo riusciti a coinvolgere tredici noti imprenditori della città che ci hanno messo la faccia.
L’associazione è aperta a chiunque ne voglia fare parte. La missione – ha aggiunto Siclari – è quella di supportare gli imprenditori, di qualsiasi settore economico, per quando saranno pronti alla denuncia. Lo faremo senza forzature, con un’attività di filtro nei confronti delle forze dell’ordine e della stessa Procura in modo tale da tutelarli, accompagnarli in questo percorso e proteggerli il più possibile. Per Reggio Calabria questa è un’opportunità ». Molto soddisfatto il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, che ha fortemente voluto la creazione dell’associazione e si è dato da fare perché finalmente si concretizzasse.
«È un obiettivo di crescita economica, sociale e civile. Noi creiamo una cornice di aiuto, di sostegno, che consente agli imprenditori innanzitutto di vedere sorvegliati i cantieri che si vanno ad aprire, e poi di denunciare. Da noi la porta è sempre aperta». Si parte con la firma da parte della Prefettura, della Fai e dell’Ance, di un Protocollo d’intesa per la prevenzione dell’estorsione nei cantieri edili. Un Protocollo che, tra l’altro, impegna l’Ance all’avvio di una costante attività di informazione degli operatori del settore e a intervenire in eventuali procedimenti penali, in cui i propri associati siano parte offesa, con la costituzione di parte civile. Ed è anche questo un grande passo avanti.
Ben tredici soggetti del mondo dell’impresa si sono ritrovati nell’organismo, aggiungendosi a chi si era già esposto in prima persona. Il presidente Siclari: a un certo punto dici 'basta' e inizi a ribellarti. La regia della prefettura