venerdì 19 ottobre 2012
Tempesta sulla Santanché rottamatrice: «Sfascista». Avanza l’ipotesi Marcegaglia per riunire i moderati. Timidi passi avanti nel dialogo al congresso del Ppe a Bucarest. Alfano: «Non bastano due giorni a superare incomprensioni di anni» Casini: «Limitiamoci a parlare di Europa».
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Daniela Santanché fa la rottamatrice del Pdl, ma ottiene l’effetto contrario di ricompattarlo. Tutti contro di lei, e - sotto sotto - contro la tentazione berlusconiana di "spacchettare" il centrodestra, favorendo la nascita di una lista personale che vede proprio nella Santanché la principale propugnatrice: «Il Pdl va azzerato - dice - chi ha incarichi si deve dimettere a cominciare dal segretario Alfano fino all’ultimo dei coordinatori provinciali». Chiaro l’obiettivo di mettersi di traverso nel dialogo possibile fra diverse anime dei moderati che ha fatto registrare a Bucarest al congresso del Ppe la significativa defezione di Silvio Berlusconi (in pochi credono alla versione ufficiale dell’influenza) e la contemporanea presenza invece di Alfano e del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Raccontano che anche il presidente del Ppe Wilfried Martens si sia prodigato in un tentativo di mediazione fra i due, che - al di là del bon ton reciproco - non ha prodotto risultati per lo "sfilamento" di Casini. «Non bastano due giorni a recuperare anni di incomprensioni», dice Alfano. «Limitiamoci al dialogo nella Ue», frena il leader dell’Udc, che non si fida della reale de-berlusconizzazione del Pdl. C’è però chi fa il nome come possibile candidata premier di Emma Marcegaglia, molto vicina a Casini e in rotta col Cavaliere, il nome giusto insomma per un Ppe post berlusconiano, anche se lei resta prudente su un impegno diretto.«Chi sostiene Monti - dice Santanché - non può restare con noi». Salva solo Berlusconi, «l’unico che ha coraggio». E Alfano si schiera: è una «linea sfascista. Noi ne abbiamo un’altra. Sono inconciliabili. Non sarai solo, saremo tantissimi, ora basta», è il messaggio secco che il segretario del Pdl invia su Twitter a Gaetano Quagliariello, che aveva posto l’aut aut: «Se la linea del partito è quella della Santanché, mi chiamo fuori».Ieri, fra Bucarest e Roma, è stato tutt’un fiorire di contatti e telefonate: le parole della Santanché hanno creato il subbuglio. È dovuto intervenire Paolo Bonaiuti a gettare acqua sul fuoco: «Le opinioni della Santanché, sul Foglio, sono suoi ragionamenti politici personali e non esprimono il pensiero del Presidente Berlusconi», assicura il portavoce del Cavaliere. Soddisfatto Quagliariello: «Così si fa chiarezza, finalmente», dice. Interviene anche Fabrizio Cicchitto: «Santanché, nella sua crociata contro il Pdl - attacca - dimentica che alle ultime amministrative con Alfano segretario il Pdl ha ottenuto intorno al 24 per cento». «È al 15», corregge lei. E Giuliano Cazzola si "candida": «Santanché dice che chi appoggia Monti deve andar via? Onorato di poter essere ai primi posti».
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