giovedì 3 dicembre 2020
A segno il ricorso, si voterà sull'emendamento. Fratoianni e Orfini: un imbroglio dire che colpisce il ceto medio. L'opposizione attacca: faremo le barricate
La Camera dei deputati

La Camera dei deputati - Archivio Ansa

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Rispunta la tassa sulle grandi ricchezze. Dichiarato inammissibile ieri, l'emendamento sulla patrimoniale è stato riamesso questa mattina dalla Commissione bilancio della Camera e arriverà pertanto al voto. E' andato così a segno il ricorso presentato dai primi firmatari Nicola Fratoianni (Leu) e Matteo Orfini (Pd). La proposta, inizialmente bocciata per mancanza di coperture, è stata riammessa "in considerazione della difficoltà di effettuare una puntuale quantificazione riguardo alla stima degli effetti di gettito, fermo restando che più puntuali informazioni potranno essere acquisite in proposito dal governo nel corso dell'esame dell'emendamento stesso", spiega la Commissione che sta vagliando gli emendamenti alla legge di bilancio.

Questa decisione, "fa giustizia di una valutazione abbastanza curiosa e consentirà di discutere l'emendamento nel merito e questa già è una buona notizia che rivendichiamo. Di questo tema si discute in tutta Europa. Anche Biden ieri ha detto che bisogna aumentare la tassazione sui ricchi, il governo non può dire: non se ne deve parlare", ha commentato Orfini in una conferenza stampa convocata a tambur battente alla Camera.

Accanto a lui Fratoianni: "Bisogna fare un po' di chiarezza perché si è messa in moto una gigantesca macchina della disinformazione. In Italia patrimoniale è una parola impronunciabile, noi non abbiamo paura di usarla, si può essere contro ma bisogna dire la verità. Non si può dire che colpisce il ceto medio che basta avere una casa di proprietà, perché questo è imbroglio", ha detto il portavoce di Leu.

La controversa proposta fiscale è finita sotto il tiro delle opposizioni, è stata bocciata da M5s e Iv e sconfessata ufficiosamente pure dalla segreteria Pd. Il suo destino, quando si arriverà al voto, appare dunque segnato. Ma i proponenti, una decina di deputati, ottengono un piccolo successo politico. La maggioranza e il Pd dovranno discuterne e valutare nel merito l'emendamento.

L'articolato prevede l'abolizione dell'Imu (che oggi si paga su seconde e terze case) e dell'imposta di bollo sui conti correnti bancari e di deposito titoli. Al loro posto viene istituita un'imposta sui patrimoni superiori ai 500mila euro: una somma che tiene conto delle proprietà immobiliari (calcolando il valore catastale) e quelle finanziarie al netto di mutui e prestiti. Il prelievo è progressivo: parte dallo 0,2% per i patrimoni fino a un milione di euro e arriva fino al 2% oltre i 50 milioni di euro.

Dall'opposizione Lega e Forza Italia attendono al varco la maggioranza: "Faremo le barricate a difesa dei risparmiatori".

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