«Il picco dell’emergenza è passato». Ad aprire uno spiraglio di ottimismo sul "caso dei cetrioli" che sta assediando la Germania è Paola Testori Coggi, direttore generale per la salute della Commissione europea. Come spiega in quest’intervista, in base ai dati disponibili, la lotta contro il batterio killer potrebbe essere giunta ad una svolta.
A tre settimane dal primo caso di infezione, individuato a metà maggio nella clinica universitaria di Amburgo-Eppendorf, sono stati scagionati - nell’ordine - i cetrioli, l’agricoltura spagnola, le colture biologiche e i germogli di soia e non si sa ancora quale sia il focolaio di E.coli enteroemorragica (Ehec). Ammetterà che è difficile non avere paura...Siamo di fronte a un’emergenza molto grave ma il panico resta ingiustificato. È vero che non abbiamo ancora un tracciato della contaminazione, ma solo perchè questo tipo di emergenze sono di difficilissima gestione. Tuttavia, in base all’andamento dell’infezione, calcolando cioè i tempi di incubazione, posso dire che probabilmente il picco è alle nostre spalle; il peggio, per così dire, è passato.
Cosa intende per "difficilissima gestione"?Stiamo analizzando l’infezione sotto il profilo batteriologico ed epidemiologico. Le difficoltà riguardano soprattutto il secondo fronte, cioè dobbiamo capire da dove è partito e come si è diffuso il batterio. Allo stato attuale delle analisi condotte nelle ultime ore siamo ragionevolmente convinti che l’infezione sia partita da uno stabilimento che produceva germogli di soia e che è stato chiuso. Ora però bisogna effettuare delle verifiche, anche quelle piuttosto complesse, perchè non vogliamo trarre conclusioni affrettate.
Che tipo di verifiche?Esami batteriologici. Il laboratorio di riferimento è quello dell’Istituto superiore di sanità di Roma che ha sviluppato il protocollo del test rapido. Saranno pronti in due giorni.
Lei sostiene che il picco dell’emergenza sta passando. Cosa la rende ottimista?Quest’infezione ha un periodo di incubazione di 4 ai 10 giorni. Se il batterio è partito dallo stabilimento individuato dalle autorità tedesche, in base alla produzione venduta e ai casi segnalati dagli ospedali tedeschi - nonché a quelli riscontrati all’estero su persone che avevano soggiornato nella zona di Amburgo - le infezioni provocate da E.coli enteroemorragica dovrebbero andare a scemare.
I consumatori sono spaventati, i mercati in movimento, gli agricoltori in ginocchio. L’Europa poteva gestire meglio quest’emergenza?Se si riferisce al sistema di rintracciabilità, esso ha funzionato regolarmente. La confusione non è dipesa dalla difficoltà di rintracciare i lotti di merce sospetta ma da quella di individuare la sorgente della infezione. Nel momento in cui è stata indicata una fonte dalle autorità, tutte le partite sospette sono state ritirate dal mercato. Dico tutte quelle sugli scaffali o nei magazzini, ovviamente, perchè le confezioni già vendute ai consumatori purtroppo non eravamo più in grado di rintracciarle.
Cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime ore?Se stiamo allo stato di salute delle persone in cura per i sintomi di una infezione da E.coli enteroemorragica e consideriamo che la contaminazione è circoscritta all’area della Germania settentrionale, possiamo ragionevolmente sperare che il picco dell’emergenza sia passato.