mercoledì 1 aprile 2020
Sarà una Pasqua blindata. Il ministro della Salute al Senato: la decisione del governo è di prorogare tutte le misure almeno fino a dopo Pasqua
Controlli dei carabinieri a Milano

Controlli dei carabinieri a Milano - Fotogramma

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La decisione del governo è di «prorogare fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione alle attività e agli spostamenti individuali finora adottate», ha detto stamani il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell'informativa al Senato. «Sono qui non solo per informare il Paese, ma anche per ascoltare. Un clima positivo è fondamentale per tenere unito il Paese. Non è il tempo delle divisioni». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo questa mattina in Senato. «Siamo in una crisi globale - ha proseguito Speranza- in poche settimane il mondo ha dovuto cambiare le proprie abitudini. Di fronte a questo, è l’ora della cooperazione e della solidarietà, nessuno si salva da solo. Non possiamo permettere che da una crisi sanitaria derivi una crisi sociale». Le decisioni «drastiche prese – ha spiegato Speranza - iniziano a dare i primi risultati e il contagio rallenta, ma sarebbe un errore scambiare un primo risultato per una sconfitta del Covid-19». Il ministro ha quindi indicato un obiettivo: «Dobbiamo portare sotto il livello 1 il parametro R con zero, ovvero l’indice di contagio. Questo per evitare che il Sistema sanitario nazionale venga colpito da un ulteriore tsunami, ma la strada è ancora lunga» anche perché in mancanza di un vaccino è tutto «molto difficile». Il ministro ha anche fatto riferimento alla necessità di «graduali misure» per evitare una ripresa esponenziale dei casi. La «fase di condivisione con il virus - ha detto - andà gestita con il Comitato tecnico scientifico, con prudenza e conservando le pratiche dei comportamenti responsabili. Dobbiamo programmare il domani e lo stiamo già facendo, ma non bisogna sbagliare i tempi». «I dati che testimoniamo con maggiore chiarezza la capacità di reazione del nostro Ssn sono quelli che riguardano i posti letto necessari ad affrontare il Covid-19. Ad oggi i posti letto di terapia intensiva risultano 9.081, con un incremento del 75% in meno di un mese», ha proseguito il ministro della Salute nel corso dell’informativa al Senato sulle misure adottate contro l’emergenza coronavirus. «Sono stati triplicati i posti letto necessari a gestire l’emergenza Covid – ha precisato - ad esempio i posti letto di malattie infettive e pneumologia erano 6.525 prima dell’emergenza, oggi sono 26.424, +405%». Riguardo al personale sanitario «a oggi risultano già firmati 12mila nuovi contratti e numerose altre procedure sono in corso». «Sul personale sanitario- ha concluso- le Regioni hanno ampiamente utilizzato tutte le norme prontamente approvate dal governo per favorire nuove assunzioni, superando i tetti ordinari che ci portiamo ormai dal lontano 2004».

Riaccendere i motori della "macchina Italia". Il dibattito è aperto ormai da giorni, tra i politici come tra gli scienziati, e il dubbio non riguarda più tanto il "quando" quanto piuttosto il "come". Una risposta importante potrebbe arrivare da un’indagine su larga scala, alla quale sta lavorando l’Istituto superiore di sanità, condotta attraverso test rapidi sierologici, che indichino cioè chi ha sviluppato anticorpi al nuovo coronavirus, per avere il polso reale della diffusione del contagio. E della persistenza effettiva del rischio. Per «evitare che la curva possa risalire».

La proroga della chiusura generale è scontata: a ore, forse già questa sera, mercoledì, si riunirà il Consiglio dei ministri per varare il nuovo Dpcm. Fino probabilmente al giorno 13 aprile. Sul "dopo" una cosa, per ora, sembra certa: la ripartenza dovrà avvenire in modo scaglionato per tipologia di attività e per Regioni. Ci sono inoltre da valutare, in caso di un allentamento della stretta, gli effetti per i "ponti" in arrivo del 25 aprile e del 1° maggio. Gli esperti intanto si raccomandano e insistono sulla necessità di avere un quadro globale dei casi di positività e anche di chi è certamente guarito avendo sviluppato anticorpi al virus SarsCov2. Ma per fare indagini ampie di questo tipo sulla popolazione, ha spiegato ieri il presidente Iss Silvio Brusaferro alla conferenza servono, appunto, test più rapidi dei tamponi, che richiederebbero tempi più lunghi e un’organizzazione complessa. Da qui la “sfida” sierologica intrapresa dall’Iss.

Mentre Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, ipotizza un riavvio secondo un piano di sicurezza articolato su tre livelli: distribuzione di dispositivi di protezione individuale elevata non solo per gli operatori sanitari, ma per tutti i lavoratori; tamponi per tutto il personale delle aziende; tracciabilità dei dipendenti per individuare subito i contatti in caso di positività.Intanto si moltiplicano le spinte politiche alla riapertura delle attività e, quindi, alla risalita economica, che si preannuncia durissima. Il capofila di questa scuola è sempre Matteo Renzi, che l’aveva inaugurata la scorsa settimana con un’intervista a questo giornale. «L’uscita dalle case deve avvenire nei giorni successivi alla Pasqua, magari il 14 aprile – ha rilanciato ieri il leader di Italia Viva – e i bambini devono avere un’ora d’aria da subito. Le persone con più di 70 anni, invece, dovranno uscire due settimane più tardi. Non faremo Pasqua con i nonni, per la loro tutela e non per cattiveria». Quanto alle scuole, per Renzi, all’inizio di maggio si può tornare in classe, perché «non ci si deve arrendere alla cultura del 6 politico».

Anche l’altro Matteo, il leghista Salvini, auspica una ripartenza «per grado e per grado di rischio», con concessioni da subito per disabili e bambini. «Un’uscita prioritaria per i più giovani, rispetto a chi è over 70, mi sembra ipotizzabile», ha concluso.

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