martedì 7 gennaio 2014
La Regione Piemonte ha aperto un'inchiesta sull'odissea di una donna al sesto mese di gravidanza.
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Un'odissea di sette ore attraversando il Piemonte da Nord a Sud per dare alla luce due gemelli prematuri. Uno dei due piccoli è morto ieri sera e oggi la direzione sanità della Regione Piemonte ha avviato un'inchesta interna. La donna, di nome Sabina, residente a Piedimulera in Val D'Ossola (Vco) arriva sabato sera al Dea dell'ospedale San Biagio di Domodossola, manifestando i sintomi di un parto prematuro di sei mesi. I medici decidono il trasferimento in un centro dotato di un punto nascita di terzo livello (Cuneo, Alessandria, Novara o Torino). Unica struttura in grado di accogliere la partoriente è quella di Alessandria.Manca però anche l'ambulanza, perché l'unico mezzo medicalizzato (in gergo Stam, servizio trasporto materno assistito) del Vco è impegnato in un altro trasporto. Interviene il 118 di Novara e un'ambulanza  parte  da Verbania per risalire sino a Domodossola e poi ridiscendere verso Alessandria, 170 chilometri in tutto. L'intervento all'ospedale di Alessandria permette di dare alla luce i due bambini di sesso diverso, Aurora e Cristian. Sono in condizioni critiche "prematuri estremi", e Aurora ieri sera cessa di vivere."La direzione regionale Sanità - è scritto in una nota - ha prontamente avviato oggi un'indagine interna con tutte le unità operative coinvolte, per verificare in modo puntuale come si siano svolti i fatti, a partire dalla serata di  sabato 4 gennaio, comprese le visite e le fasi precedenti al ricovero. La Regione si riserva di valutare tutti i profili disciplinari, deontologici o di altro genere che eventualmente dovessero emergere. Il caso riconferma che la concentrazione dei punti nascita, così come è stato deciso dalla Giunta regionale, risponde a criteri di appropriatezza di cura e di tempestività di intervento: la sosta della donna a Domodossola non è stata opportuna". Nella nota si fa cenno quindi alla chiusura del reparto nascite di Domodossola decisa di recente: "La Regione osserva infatti come, nonostante la riforma abbia previsto la chiusura del punto nascite di Domodossola perché al di sotto dei requisiti minimi previsti dall'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dall'accordo nazionale Stato-Regione del 2010, oggi questa struttura risulti ancora aperta, perché si è in attesa di un pronunciamento in merito del Tar".
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