sabato 30 marzo 2013
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​«I contrasti aspri tra i partiti rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali...». Sono le 19.30 quando il vicesegretario del Partito democratico, Enrico Letta, affiancato dai capigruppo al Senato e alla Camera, Luigi Zanda e Roberto Speranza, conferma la contrarietà del suo schieramento ad un esecutivo politico di «larghe intese» sorretto dall’asse Pd-Pdl. La sua delegazione è appena scesa nella sala della vetrata del Quirinale, dopo aver partecipato all’ultima delle consultazioni di giornata col capo dello Stato. «Al presidente della Repubblica confermiamo fiducia piena e profonda gratitudine. Non mancherà il nostro supporto responsabile alle decisioni che prenderà», aggiunge tuttavia Letta. Anche perché, prosegue, «rivotare con l’attuale legge elettorale» sarebbe «profondamente sbagliato. I troppi "no" ascoltati nei giorni scorsi, a cui si aggiungono quelli di stamani, ad un governo istituzionale o del presidente, rischiano di negare la richiesta di cambiamento» emersa dalle urne. Contraria ad un accordo col centrodestra è pure Sel: «Il Pdl non é un alleato possibile – avverte Nichi Vendola –. Ribadiamo la necessità del conferimento dell’incarico a Bersani. E riteniamo interdetta qualunque possibilità di un governo di larghe intese».Insomma, porta chiusa alla coalizione Pdl-Lega, la prima ad essere ricevuta al Quirinale e che in serata replica duramente, attraverso il segretario pidiellino Angelino Alfano: «Il Pd non tenti di scaricare su altri le proprie responsabilità. Raccoglierà ciò che ha seminato. Noi ci rimettiamo con fiducia alle valutazioni del presidente Napolitano». In mattinata, il leader Silvio Berlusconi e il segretario leghista Roberto Maroni avevano messo alle strette i Democratici: «Siamo disponibili a un governo di coalizione con Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica». Guidato da chi? «Il Pd avanzi una candidatura. Ci va bene quella del segretario Bersani, così come altre», ma a patto che sia «un governo di larghe intese assolutamente politico vista anche l’esperienza tragica del governo dei tecnici». Il Cavaliere ha poi negato d’aver caldeggiato qualsiasi «posizione per il Quirinale», ma è logico «che se si fa un governo insieme, si deve discutere insieme sul miglior presidente della Repubblica».Disponibile ad una grosse koalition è anche Scelta civica, ricevuta al Quirinale poco prima delle 18. «Abbiamo proposto al capo dello Stato di avviare esplorazioni per verificare le compatibilità programmatiche e le soluzioni per possibili convergenze», ha detto il coordinatore Andrea Olivero, secondo il quale «interessi di parte e divisioni ideologiche impediscono che si formi un governo stabile, mentre noi riteniamo che sia una necessità formarlo in tempi certi. Non chiediamo in cambio nulla e seguiremo chi vuole cambiare il Paese». Granitica e solitaria infine la posizione del M5S: «Nessuna fiducia ad esecutivi politici o pseudo-tecnici - dice il capogruppo al Senato, Vito Crimi - Siamo disponibili solo a un governo 5 stelle» E in serata, rivela su Facebook che Napolitano «ha nettamente escluso» l’eventualità di un governo tecnico, sostenendo che non può esserci «altro che un governo politico». Sul Colle, intanto, il presidente riflette e presto comunicherà le sue decisioni.
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