lunedì 4 aprile 2011
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Fare chiarezza” su quanto successo domenica nella Casa della fraternità, dove alcuni ragazzi ospitati hanno dato fuoco ai materassi, con danni gravi a tutta la struttura (impianto elettrico, muri di pietra e giardino esterno distrutti), che ora è inagibile. Lo chiede oggi, parlando al SIR, don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa, esprimendo “amarezza” per l’accaduto: “È un gesto che si sarebbe potuto evitare. Di sicuro c’è qualche falla nella sicurezza. Noi non eravamo incaricati della gestione ma aspettiamo risposte da Questura, Prefettura e dalla Cooperativa ‘Lampedusa accoglienza’”. La struttura, di proprietà della parrocchia, era stata data in locazione, per l’emergenza, alla Cooperativa “Lampedusa accoglienza”, la stessa che gestisce il centro di Contrada Imbriacola e l’ex base Loran, dove sono accolti la maggioranza degli immigrati. L’incendio è scoppiato in seguito ad una lite tra i circa 40 minori tunisini ospitati, in maggioranza diciassettenni. Ora sono stati tutti trasferiti. “Lampedusa non era preparata a gestire un afflusso così grande di immigrati – dice don Nastasi –. Bisogna fare un piano migliore a livello generale e anche a livello Caritas. Ora che l’isola si sta svuotando la situazione generale è più serena, sia per gli immigrati rimasti, sia per i lampedusani. Ma è tutto in divenire, per cui dobbiamo capire cosa fare nei prossimi giorni”.
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