domenica 29 gennaio 2017
Don Tonino Saraco chiamato dal vescovo Oliva a guidare il santuario scelto per i vertici della 'ndrangheta. Succede a don Strangio, dimessosi per seguire la sua vicenda giudiziaria.
Il santuario di Polsi (Ansa)

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LOCRI (Reggio Calabria) Cambio della guardia alla guida del Santuario della Madonna di Polsi. Dopo 19 anni, don Pino Strangio lascia l’incarico di Rettore che il vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva (è anche abate commendatario di Polsi) ha ora affidato a don Tonino Saraco.

È stato don Pino Strangio, parroco di San Luca, finito nel mezzo di un’indagine della Procura di Reggio Calabria a dimettersi, chiedendo al vescovo di essere liberato da alcuni degli incarichi tenuti in diocesi. Strangio vuole avere più tempo per seguire gli sviluppi della controversa vicenda processuale che lo riguarda, ora che è giunta la conclusione delle indagini ed è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Per questo ha scritto al vescovo in una lettera 'chiedo di essere sgravato dal carico pastorale che mi impegna in diocesi, secondo le modalità che Vostra eccellenza riterrà opportuno'. E il vescovo Oliva ha deciso per l’avvicendamento nella direzione del Santuario che è finito più volte nelle carte di varie inchieste quale luogo prescelto per i summit di esponenti della ’ndrangheta. Ieri mattina Oliva ha incontrato il Rettore uscente e quello di fresca nomina ringraziandoli entrambi. Il primo per i quasi 20 anni di servizio ininterrotto: «Hai custodito il Santuario – ha detto a don Strangio – proteggendolo dai tanti pericoli che 'l’aspro monte' nasconde in sé, valorizzandone l’indole accogliente e sapendo ovviare alle difficoltà dovute alle vie di accesso sempre precarie'.

Il secondo lo ha ringraziato per aver accettato l’incarico. Il neo rettore rimane parroco di Ardore, dove appena un mese fa ha ricevuto in consegna un bene confiscato alla ’ndrangheta trasformato in oratorio.

Don Saraco ha 41 anni, da 16 è sacerdote, in passato è stato più volte fatto oggetto di minacce e di intimidazioni durante lo svolgimento del suo ministero. «A te – gli ha detto il vescovo Oliva – viene consegnata un’eredità di fede, tradizione, arte, storia e cultura' e gli ha ricordato che 'Polsi come grembo di madre è chiamata a generare alla vita cristiana e a convertire i peccatori al Vangelo. Un Vangelo che rifiuta il compromesso col potere del denaro e delle armi, della violenza e dell’arroganza mafiosa».

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