martedì 6 marzo 2018
Il segretario di Stato: dissipare paure e pregiudizi, no alla cultura dell'odio. Il nostro messaggio è fondato sulla dignità delle persone e la solidarietà
Parolin: impegniamoci per creare una visione positiva della migrazione
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La migrazione non è sinonimo di "pericolo" ma è un "elemento caratteristico delle nostre società". Il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin ha aperto i lavori dell'assemblea plenaria della Commissione internazionale cattolica per le migrazioni, che si terranno fino all'8 marzo e ha sottolineato l'importanza di un lavoro di informazione e di sensibilizzazione per "dissipare tanti pregiudizi e paure infondate che riguardano" i migranti.

Il testo dell'intervento è stato pubblicato sul sito della Santa Sede. Mentre l'agenzia Sir ha riportato il testo di un'intervista con il segretario di Stato vaticano

Un invito a "lavorare per cambiare gli atteggiamenti della popolazione contro la cultura dominante del rifiuto, contro pregiudizi infondati e timori riguardo all’accoglienza dei migranti, per promuovere una percezione equilibrata e positiva delle migrazioni" è arrivato dal segretario di Stato della Santa Sede.

Il cardinale Parolin ha anche invitato i rappresentanti delle varie Chiese e organismi umanitari “a dare un contributo discreto e competente per stabilire vie legali e sicure”, soprattutto “dove ci sono eventi violenti o disastri”, in modo che le persone non siano costrette a “viaggi pericolosi, situazioni di tratta di esseri umani” e “prevenendo preoccupazioni sociali che possono avere conseguenze politiche”.

"Nonostante le nazioni, specialmente quelle più progredite dal punto di vista economico, debbano - precisa il cardinale Parolin - innegabilmente molto del loro sviluppo ai migranti, e benché siano divulgate le loro esperienze - talvolta terribili - che causano la loro migrazione o che essi incontrano nel viaggio, la migrazione è vista oggi solo come emergenza, o pericolo, pur essendo ormai divenuto un elemento caratteristico delle nostre società".

Uno degli impegni "difficili" che si prospettano "più urgenti e richiesti" oggi, è proprio "quello di lavorare perché avvenga questo cambio di atteggiamento, abbandonando la cultura dominante dello scarto e del rifiuto. Un lavoro d'informazione - sottolinea Parolin - e di sensibilizzazione nel quale la vostra Commissione può aiutare la Chiesa cattolica a dissipare tanti pregiudizi e paure infondate che riguardano l'accoglienza degli stranieri e - senza nasconderci l'impegno che l'accoglienza richiede sotto molti aspetti - diffondere una percezione equilibrata e positiva della migrazione".


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