mercoledì 24 aprile 2013
In funzione dal 18 maggio, in settimana le prove. Secondo l’assessore all’Ambiente, non sarebbero state ancora eseguite alcune prescrizioni necessarie prima dell’apertura. E intanto spinge sulla crescita della differenziata.
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È pronto a partire l’inceneritore di Parma. La giunta grillina guidata da Federico Pizzarotti tenterà fino all’ultimo di frapporre ostacoli, ma la scarsità delle armi a sua disposizione e, soprattutto, la penale di 180 milioni che il Comune dovrebbe pagare in caso di stop, fanno propendere per un via libera seppure in ritardo.La "data x" per l’avvio dell’impianto sarebbe stata quella di ieri, ma la giornata è passata senza che il termovalorizzatore di Ugozzolo sia entrato in funzione. In realtà l’impianto è stato acceso da alcuni giorni per portarlo alla temperatura ideale di funzionamento. Non avendo nulla da bruciare, viene alimentato a gas. Secondo indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi il nuovo termine fissato per iniziare a bruciare i rifiuti in modo continuativo è sabato 18 maggio. Però i primi conferimenti nei due forni sono attesi - salvo contrordini - fra il 26 e il 30 aprile per una sorta di prova generale: cinquanta ore di combustione, non di seguito, in tre giorni.La parola fine a una vicenda iniziata quasi due anni fa con l’ordinanza di stop ai lavori dell’allora sindaco Pietro Vignali per mancanza di permesso adeguato a costruire, però pare ancora molto lontana. Sul termovalorizzatore pende, infatti, la sentenza della Corte di Cassazione che si deve esprimere sul ricorso della Procura di Parma la quale aveva chiesto il sequestro dell’impianto, riscontrando una serie di inadempienze. Inoltre la giunta Pizzarotti, accertata l’impossibilità di bloccare la costruzione dell’inceneritore - come aveva promesso nella campagna elettorale di un anno fa - per impedirne l’entrata in servizio ha optato per altre due strade. Da una parte affamare di rifiuti l’impianto portando la raccolta differenziata in città al 70 per cento (dal 50 circa attuale), progetto che però richiede almeno un altro anno e mezzo; dall’altra facendo valere il potere di controllo del Comune sulle prescrizioni necessarie precedenti l’accensione. L’assessore comunale all’Ambiente, Gabriele Folli, a inizio mese era certo che il gestore (Iren) del termovalorizzatore non avesse ancora assolto a tutte le disposizioni obbligatorie ante-operam prima di dare l’avvio all’impianto: «Sono da chiarire tematiche legate a competenza sulle autorizzazioni di conformità edilizia della normativa sismica e ai compiti della commissione di collaudo – le parole di Folli –. Riteniamo siano necessari ancora diversi mesi perché tutte le prescrizioni siano ottemperate». Posizione ribadita domenica scorsa dall’assessore dopo la notizia, riportata dal quotidiano locale Gazzetta di Parma, circa il via definitivo al termovalorizzatore il 18 maggio: «L’articolo anticipa decisioni tutt’altro che scontate che devono essere prese da enti pubblici e organi di controllo solo quando tutte le prescrizioni siano assolte e l’impianto completato. Pochi giorni fa, confrontandomi con Arpa (l’Agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente dell’Emilia-Romagna, nda), ho appreso che stavano ancora montando un sistema di filtri a maniche».Non solo, il membro della giunta a 5 stelle spiega che la cosiddetta accensione temporanea non è contemplata dalla legge: quando si parte che sia per un minuto, un’ora o venti anni «tutto deve essere pronto ed eseguito a perfetta regola d’arte. Se Iren è arrivata tardi rispetto a certe scadenze non possiamo farci nulla. Per quel che ci riguarda l’impianto partirà solo quando vi sia la certezza che sono state rispettate le prescrizioni che la legge impone». Folli mette poi l’accento sul rischio idrogeologico che interessa la zona attorno al Paip (il Polo ambientale integrato di Parma, dove è stato costruito il termovalorizzatore) messa a dura prova dalle pioggia caduta nell’ultimo fine settimana: «Sabato strada Ugozzolo si presentava completamente allagata». Se qualcun altro «si assumerà la responsabilità di dare il nulla osta ci riserveremo di agire di conseguenza», la posizione finale del Comune ribadita dall’assessore Folli anche nel corso del consiglio comunale di ieri.
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