mercoledì 16 novembre 2016
Il ministero dell'Istruzione «dimentica» le scuole paritarie nel bando di «Scuola al centro», che finanzierà attività extrascolastiche al pomeriggio.
Paritarie, il bando che le «dimentica»
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«Ancora una volta le scuole paritarie sono relegate al ruolo di sorelle povere del sistema scolastico italiano». C’è un misto di amarezza e rabbia nel comunicato congiunto che Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), Compagnia delle Opere-Opere Educative e Federazione degli istituti di attività educative (Fidae) hanno sottoscritto per denunciare «una nuova beffa per le paritarie» a proposito del bando emesso dal ministero dell’Istruzione sull’iniziativa «Scuola al centro», che vuole sostenere economicamente i progetti presentati dagli istituti per attività extrascolastiche pomeridiane all’interno dell’edificio scolastico. Un investimento da 240 milioni di euro.

La protesta delle tre associazioni nasce dal fatto che il bando originale ha completamente dimenticato di includere anche le scuole paritarie. Una «svista» burocratica, che «il ministero ha ammesso accogliendo la legittima istanza e accentando di apportare le opportune modifiche al bando già pubblicato». Tutto sistemato? Niente affatto, perché, denunciano le associazioni firmatarie, «le paritarie hanno ora diritto di partecipare, a condizione, però, che le scuole statali attivino con esse collaborazioni di rete». Una condizione che «purtroppo non si è attivata per nessuna scuola paritaria, perché nessuna scuola statale sta accettando o proponendo collaborazioni con esse».

Il documento di denuncia non nasconde che tra le possibili cause vi sia anche il fatto di «non ritenere opportuno condividere un già magro finanziamento» o «il poco tempo a disposizione», anche se non si può escludere la «persistenza di radicati pregiudizi che ostacolano una serena cooperazione tra statali e paritarie». E l’aver condizionato la partecipazione delle non statali al fare rete con una statale, «tratta le prime come sorelle povere». Le tre associazioni, ribadendo che con la legge 62/2000 denominata come «legge sulla parità scolastica», chiedono al ministero che «riconosca anche alle scuole paritarie la possibilità di presentare progetti in forma autonoma».

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