sabato 8 febbraio 2020
Dopo essere riusciti a rientrare, ma soltanto per ottenere l’abilitazione, sono scomparsi nello schema finale del bando. Insorgono le associazioni: «Il Miur rispetti le leggi approvate dal Parlamento»
Paritarie, docenti (ri)esclusi dal concorso straordinario
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Docenti delle scuole paritarie nuovamente esclusi dal concorso straordinario per 24mila cattedre nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, riservato agli insegnanti precari con almeno tre annualità di servizio. Il colpo di scena si è materializzato quando, nei giorni scorsi, il Ministero dell’Istruzione ha inviato al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, per il necessario parere, gli schemi dei decreti dei concorsi che intende bandire quest’anno.

Oltre a quello straordinario, infatti, per la secondaria ci sarà anche un concorso ordinario e un altro concorso ordinario sarà bandito per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria. Complessivamente, le tre procedure porteranno in cattedra circa 70mila nuovi docenti, come annunciato dalla stessa ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Tra costoro, però, non ci potranno essere i docenti precari delle scuole paritarie, che erano riusciti, in extremis, a rientrare in una procedura dalla quale sono stati di nuovo esclusi. Una novità che non è affatto piaciuta alle associazioni, che, soltanto pochi mesi fa, avevano condotto una dura battaglia, ottenendo, quanto meno, che gli insegnanti precari delle scuole paritarie, con almeno tre anni di servizio, potessero partecipare al concorso straordinario per ottenere l’abilitazione.


12.564 Scuole paritarie censite dal Maiur. Per il 71,3% si tratta di scuole dell'infanzia (8.957 istituti)

Condizione necessaria per insegnare, anche nelle scuole paritarie. Nella prima stesura del decreto, era infatti previsto che al concorso straordinario per la secondaria, potessero partecipare esclusivamente i precari della scuola statale. Un secondo testo, tra l’altro approvato dal Parlamento in sede di conversione del decreto legge 126/2019, ha aperto le porte ai precari, ma soltanto per l’abilitazione.


Parità, una legge da attuare. Dopo 20 anni
Il prossimo 10 marzo compirà 20 anni, ma la legge 62 del 2000 sulla parità scolastica è ancora lontana dalla sua completa attuazione. Nonostante sancisca che il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie, a queste ultime sono riservate le briciole dei finanziamenti all’istruzione. Rispetto ai circa 7mila euro spesi per ciascun alunno della scuola statale, ammontano a poco più di 500 quelli destinati ad ogni studente della paritaria. Eppure, come confermato anche da una recentissima sentenza della Corte di Cassazione (la 32386 del 2019), «le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e sono soggette alla valutazione dei processi e degli esiti da parte del sistema nazionale, secondo standard stabiliti dalla legge». E anche secondo la Corte Costituzionale, che nel 2003 ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge 62, le scuole paritarie concorrono, «con le scuole statali, al perseguimento dell’obiettivo prioritario della Repubblica: l’espansione dell’offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall’infanzia lungo tutto l’arco della vita».

Lo schema inviato al Cspi ha visto la clamorosa retromarcia del Miur, che ha scatenato, nuovamente, le ire delle associazioni. «È gravissimo che l’amministrazione scolastica non tenga in considerazione, come elemento vincolante, quanto deciso dal legislatore», tuonano, in un comunicato congiunto, Giancarlo Frare, presidente dell’Agesc; Marco Masi, presidente Cdo Opere formative; Pietro Mellano, presidente Cnos Scuola; Marilisa Miotti, presidente Ciosf, Giovani Sanfilippo, delegato per le relazioni istituzionali Faes; Virginia Kaladich, presidente Fidae; Luigi Morgano, segretario nazionale Fism. «La legge – ricordano le associazioni – prevedeva che le procedure fossero avviate nel 2019. Chiediamo che venga immediatamente attivata anche quella finalizzata all’abilitazione dei precari delle paritarie. Siamo disposti a ridiscutere radicalmente del sistema di “formazione iniziale” dei docenti. Intanto, però, vengano avviate subito le procedure previste dalle norme oggi vigenti.


866.805 studenti iscritti alle scuole paritarie. Di questi, 524.031 sono bambini della scuola dell'infanzia

Ci opporremo in tutte le sedi e con tutti i mezzi ad ogni ulteriore forma di discriminazione nei confronti delle paritarie, dei loro docenti e dei loro allievi. Ci attendiamo pertanto dal Ministero in tempi brevi un chiaro segnale sulla volontà di dare seguito immediatamente alle previsioni di legge».


13.601 alunni con disabilità iscritti alle scuole paritarie, con un aumento di 1.400 in un solo anno scolastico

Il bando per l'abilitazione? Se ne parlerà l'anno prossimo

Spacchettamento. È questa la ragione per la quale gli insegnanti precari delle scuole paritarie sono stati, nuovamente, esclusi dal concorso straordinario per le scuole secondarie, dove erano riusciti a rientrare, anche se soltanto per ottenere l’abilitazione. Come spiegano fonti del Miur, è stato deciso di dividere i due percorsi, di “spacchettarli”, appunto: subito partiranno i bandi per avviare il concorso straordinario per 24mila cattedre, riservato, a questo punto, soltanto ai precari con almeno tre anni di servizio nella scuola statale. In un secondo momento, sarà preparato il bando per ottenere l’abilitazione, aperto a tutti e non, quindi, riservato agli insegnanti delle paritarie.
«Il bando per la procedura di abilitazione straordinaria è in fase di scrittura – fanno sapere dal Ministero –. La procedura sarà bandita subito dopo i bandi concorsuali. L’obiettivo fissato dalla legge è consentire ai primi docenti idonei alla prova di selezione di acquisire l’abilitazione, attraverso l’anno di supplenza, al termine dell’anno scolastico 2020/21».
Se ne riparlerà, dunque, fra più di un anno. Proprio quello che non volevano le associazioni delle paritarie, che nella durissima nota diffusa ieri, già avanzavano il timore che, una volta separate le strade del concorso e dell’abilitazione, la seconda si sarebbe arenata. «Non ci si venga a dire che la procedura straordinaria per i precari delle paritarie sarà avviata in un prossimo futuro – sottolineano le associazioni –. Sono anni che il Ministero non avvia i percorsi abilitanti previsti dalle norme», viene ricordato nella nota.
Da viale Trastevere, rispondono che, invece, prevedendo un percorso abilitante aperto a tutti, si otterrà il risultato di avere «più insegnanti anche per le paritarie». Obbligate, per il mantenimento della parità, ad assumere esclusivamente «docenti che abbiano ottenuto l’abilitazione all’insegnamento», ricordano le associazioni. Che rilanciano la sfida al Ministero: «L’Amministrazione scolastica deve applicare le norme esistenti, tutte, non solo quelle che tengono conto di una parte dell’effettivo fabbisogno»

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