lunedì 5 giugno 2017
Proseguono le indagini per capire cosa ha scatenato il fuggi fuggi. In lieve miglioramento il bimbo di 7 anni. Non ci sono indagati né ipotesi di reato. Appendino: arginare i venditori abusivi
Juzzolino

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Proseguono le indagini degli inquirenti torinesi per capire cosa ha scatenato il caos sabato sera, in piazza San Carlo, mentre era in corso la partita di Champions Juventus-Real Madrid, che veniva trasmessa su maxischermo da Cardiff, in Gran Bretagna. Una serata che ha lasciato un bilancio pesante, oltre 1.500 feriti, di cui tre gravi e tra questi un bambino di sette anni di origine cinese ricoverato all'ospedale "Regina Margherita". Nella serata di lunedì le sue condizioni sono migliorate tanto che i medici della Rianimazione lo hanno fatto uscire dal coma farmacologico. Il piccolo Kevin ha ripreso a respirare da solo. Sono stabili anche le condizioni delle due donne ricoverate alle Molinette. Ancora ricoverata al Cto una ragazza con trauma toracico, una frattura del bacino, e due pazienti con lesioni alle mani che sono stati operati domenica. Tutti gli altri pazienti ricoverati fino a domenica al Cto sono stati invece dimessi. Resta in prognosi riservata il paziente ricoverato al Mauriziano. Le sue condizioni, riferiscono i sanitari, sono però in miglioramento.


Né indagati né ipotesi di reato

Gli inquirenti per tutta la domenica hanno vagliato video e filmati della serata, ascoltato testimoni che hanno risposto all'appello del questore Angelo Sanna che, domenica mattina, al termine del vertice in prefettura, aveva chiesto «la collaborazione dei cittadini» ed anche sentito alcune persone. Al momento, il procuratore di Torino, Armando Spataro, riferisce che «non ci sono indagati né ipotesi di reato». «Prima di tutto è necessario ricostruire la dinamica precisa dei fatti», aggiunge il magistrato che, lunedì pomeriggio, presiede un vertice in Procura per fare il punto sull'inchiesta. Nel pomeriggio c'è stata la conferma dell'apertura di due fronti di indagini: chi e che cosa ha scatenato il panico in piazza San Carlo, e se ci sono state carenze nell'organizzazione dell'evento che ha raccolto 30mila persone. Il fascicolo è stato rubricato alla voce "lezioni colpose plurime gravi e gravissime" e c'è un riferimento all'articolo 40 del codice penale, in base al quale "non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo". Significa che i pm hanno intenzione di vagliare l'operato delle forze delle autorità e per questo hanno cominciato a raccogliere qualsiasi atti amministrativo che riguardi misure di prevenzione e di sicurezza, di modalità di accesso alla piazza, di vie di fuga e di autorizzazioni.

Le testimonianze: nessuno parla di scoppi o minacce

Nessuna delle decine di persone ascoltate in questi giorni (feriti compresi) ha parlato di scoppi o di minacce negli istanti che hanno preceduto il putiferio. Il tifoso fermo a braccia aperte, immortalato da alcuni video, non era uno sconsiderato che giocava al kamikaze, ma un ragazzo che cercava di tranquillizzare la folla e che si è pure sciolto in lacrime. L'ipotesi di lavoro iniziale, quella del procurato allarme, è stata dunque temporaneamente accantonata. Quella dell'attacco terroristico non è praticamente mai esistita. In ogni caso sono stati recuperati e sequestrati residui di "artifici pirotecnici e generatori fumogeni".

Appendino: arginare il problema dei venditori abusivi


«I fatti di piazza San Carlo di sabato sera ci hanno profondamente colpito, non solamente perché un momento di festa si è trasformato in terrore e sofferenza, ma perché la ragione, che in un primo momento era stata ricondotta a degli atti scellerati di pochi incoscienti perpetrati in un clima di incertezza globale, ora resta ancora ignota». Lo ha detto la sindaca di Torino Chiara Appendino riferendo nell'aula del Consiglio comunale sui fatti di sabato. «È stata attivata la massima emergenza sanitaria», ha aggiunto. «Vorrei dedicare un pensiero alle persone ferite e ai lori familiari - ha proseguito - e a tutti coloro che hanno vissuto momenti di paura e panico temendo per sé stessi e i loro cari. E un sentito grazie alle forze dell'ordine, alla nostra polizia municipale, a Gtt, ai taxisti, al personale sanitario e di soccorso che hanno gestito in modo egregio la maxi emergenza e svolto la loro funzione senza sosta e in modo impeccabile e a tutti coloro che hanno aiutato il prossimo in una situazione così difficile». Quello dei venditori abusivi, ha aggiunto, «è un grave problema che può essere affrontato solo grazie a ulteriori azioni di prevenzione e repressione, che devono necessariamente essere condivise da tutte le forze dell'ordine».

La polemica sulle bottiglie di vetro

In una nota diffusa nel pomeriggio di ieri, si diceva che «la sindaca attende dal Comandante dei vigili Ivo Berti una relazione in merito alle attività svolte sul campo e riferirà degli esiti in aula». Non mancano, infatti, le polemiche sulla gestione dell'organizzazione, a cominciare dal fatto che sia stato permesso di portare bottiglie di vetro in piazza. Sulla questione, è intervenuto il questore Sanna: «L'ordinanza antivetro? È stata dichiarata incostituzionale». «Abbiamo fatto molto di più - ha aggiunto il questore - di quanto fatto in precedenza, compreso in occasione della precedente partita di Champions League con il Barcellona. Ora stiamo rielaborando tutta la situazione, in particolare per comprendere i motivi di questa tragedia, che definisco così per l'alto numero dei feriti. Seguiamo da vicino la situazione dei più gravi». Sul fronte delle indagini, il questore ha ribadito che «al momento la priorità è capire quello che è successo, perché è successo e trovare gli eventuali responsabili».

Nosiglia: assumiamoci tutti le nostre responsabilità

L'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ai microfoni di Radio Vaticana esorta a recuperare il coraggio civile del vivere insieme: «La paura sta crescendo nell’anima della gente. Basta poco per scatenare comportamenti inconsulti, irrazionali. Era successo pochi mesi fa a Torino che, in un cinema, una famiglia marocchina facesse delle telefonate con il cellulare parlando in arabo, e la cosa ha generato subito un fuggi-fuggi generale da parte degli spettatori: pericolo che si è rivelato ovviamente del tutto infondato. Dobbiamo recuperare il coraggio civile del vivere insieme: non basta lamentarsi, indignarsi quando capitano certe tragedie. Adesso qui a Torino tutti hanno qualcosa da dire, tutti hanno dei consigli da offrire, tutti hanno delle recriminazioni, contro questo o contro quest’altro. Quello che conta è prenderci tutti le nostre responsabilità, senza scaricare su altri o sul caso quello che è accaduto. Se davvero teniamo al sentire la città come nostra e di tutti, rifiutando quindi comportamenti illegali, dobbiamo cominciare dal nostro vissuto quotidiano a fare queste cose. Perché poi è l’ambiente che condiziona anche le persone, le rende capaci o protagoniste di questo “bullismo”: chiamiamolo così a volte. Certo, io credo che ci voglia anche una strategia previa che va messa in atto prima dei grandi eventi, cosa che però mi pare che le forze dell’ordine cercano di fare».

Minniti: stop agli eventi senza massima sicurezza

"Per l'estate abbiamo 1700 appuntamenti in Italia, si accetta la sfida della sicurezza, la libertà è troppo importante. L'impegno che dobbiamo prendere tutti di fronte ai feriti è dobbiamo evitare che accadano di nuovo fatti come quelli di Torino". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Marco Minniti. "Se non ci saranno determinati parametri di sicurezza non ci sarà l'evento, serve cooperazione anche con i sindaci", ha aggiunto.

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