giovedì 10 dicembre 2020
Più 250% i pasti distribuiti dalla Comunità che presenta la XXXI edizione della guida di Roma per i servizi ai più fragili. Appello al Prefetto: subito immobili per i senza dimora
Il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, presenta la guida "Dove mangiare dormire lavarsi"

Il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, presenta la guida "Dove mangiare dormire lavarsi"

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La crescita della disoccupazione provocata dalla pandemia da Covid-19 ha aumentato drammaticamente il numero di persone in grave difficoltà economica. I pasti distribuiti dalla Comunità di Sant'Egidio a Roma sono passati da 7.500 al mese a quasi 19 mila. Ma parallelamente è anche cresciuta la solidarietà, con un notevole aumento delle persone che fanno volontariato, tra cui molti giovani. Tra luci e ombre, è questa l'analisi di chi sta in prima fila nel servizio ai più poveri. A dirlo è Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, durante la presentazione della trentunesima edizione di Dove mangiare dormire lavarsi, il vademecum tascabile per i servizi per i poveridi Roma, pubblici e del volontariato, soprannominato la "Guida Michelin dei poveri". L'edizione di Roma contiene 265 pagine di indirizzi, numeri di telefono e suggerimenti anche per l'inserimento sociale. Edizioni sono previste come di consueto anche per altre città, italiane ma anche estere.

«Abbiamo calcolato - spiega Marco Impagliazzo - che le persone che si sono rivolte alle nostre mense sono almeno due volte e mezzo in più: prima distribuivamo 7.500 pacchi alimentari al mese, adesso 18.750 al mese. Da marzo a ottobre abbiamo distribuito 150 mila pacchi. Il Censis parla di 5 milioni di italiani in povertà assoluta, 1,7 milioni di famiglie, e di 500 mila posti di lavoro persi in un anno». Solo a Roma, Sant'Egidio ha moltiplicato i centri di distribuzione, che passano da tre più la mensa di via Dandolo a Trastevere (che ora deve distribuire pasti pronti in mono-porzioni senza poterli far consumare all'interno) a 28 centri, distribuiti soprattutto in periferia. In tutta Italia sono 50.

Ma Impagliazzo registra anche una crescita parallela della solidarietà: «C'è una moltiplicazione delle forze del volontariato e della società civile. Un segnale molto importante, anche perché molti sono giovani e giovanissimi, che magari si mettono a disposizione per le raccolte nei supermercati». Ed è aumentato anche il sostegno economico dal mondo imprenditoriale.

«Le persone più colpite dalla crisi - spiega Impagliazzo - lavoravano in ditte delle pulizie, nel settore nel turismo, nel mondo dello spettacolo. Persone che da un giorno all'altro si sono trovate colpite fortemente. Per i senza dimora poi a Roma ora è tutto ancora più difficile, il distanzamento fisico ha fattoo dimuniire i posti nell'accoglienza senza che ne venissero creati di nuovi. Per il piano freddo Milano, che ha metà degli abitanti di Roma, ha creato altri 790 posti oltre ai mille che esistevano. A Roma è stato pubblicato solo da poco un bando, al momento sono stati aggiunti 300 posti agli 800 esistenti. L'impegno delle associazioni di volontariato è anche il segnale di una insufficienza delle istituzioni».

Per questo la Comunità di Sant'Egidio lancia un appello al Prefetto di Roma «perché aiuti la Regione Lazio e il Comune di Roma a trovare rapidamenti immobili agibili, tra le caserne dismesse e gli hotel chiusi visto il blocco del turismo, anche per le quarantene fiduciarie. Apprezziamo lo sforzo della Regione per la semplificazione dell'accesso ai tamponi. Registriamo invece una lentezza da parte del Comune». Sant'Egidio segnala il problema degli stranieri che hanno fatto domanda di regolarizzazione ad agosto, 19 mila solo a Roma, «ma hanno difficoltà ad accedere alle ricette elettroniche dematerializzate per fare i tamponi, non avendo un medico di base». Positivo l'accordo che la Comunità ha stipulato con l'Ospedale Bambino Gesù, lo Spallanzani e il San Giovanni-Addolorata: «Quest'ultimo ad esempio riserva una quota di tamponi agli stranieri senza ricetta che segnaliamo. Risolvere i problemi dei più fragili risolve i problemi di tutti, ripensando la società a partire dagli ultimi la ripensiamo per tutti, perché come abbiamo imparato da Papa Francesco ci si salva soltanto insieme».

Anche il Natale di Sant'Egidio quest'anno sarà diverso. Il tradizionale pranzo nella basilica di Santa Maria in Trastevere quest'anno sarà sospeso causa pandemia, «non si potrà mangiare tutti insieme ma organizzeremo una sorpresa». I volontari della Comunità comunque distribuiranno il pranzo e i regali natalizio alle persone fragili casa per casa, nelle lungodegenze, nelle Rsa. È attivo fino al 28 dicembre il numero telefonico 45586 per sostenere economicamente le iniziative natalizie di Sant'Egidio con una chiamata da numero fisso o un sms.

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