sabato 4 giugno 2016
Lo ha ribadito l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, dopo l’ultimo caso di presunta fermata della statua di San Giovanni a Corleone, davanti alla casa dove abita la moglie del capo di Totò Riina. Alessandra Turrisi
Corleone, tolleranza zero contro gli «inchini»
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Tolleranza zero contro “inchini” veri o presunti durante le processioni religiose. La Chiesa di Monreale è sempre stata chiara: chi ha appartiene alle confraternite e alle associazioni religiose non deve avere nulla a che fare con mafia e massoneria. E questo concetto è ribadito ancora una volta dall’arcivescovo monsignor Michele Pennisi, dopo l’ultimo caso di presunta fermata e “inchino” della statua di San Giovanni evangelista a Corleone, davanti alla casa dove abita Ninetta Bagarella, moglie del capo di Cosa nostra Totò Riina, ormai in carcere da 23 anni. “I giovani della confraternita negano di avere fatto alcun omaggio alla famiglia Riina e hanno stabilito, assieme al parroco, che per evitare qualsiasi dubbio, in futuro non inseriranno più quella strada, via Scorsone, dal percorso della processione – dichiara l’arcivescovo -. Anzi, ho proposto al questore di Palermo di stilare un protocollo d'intesa, per prevenire altri episodi: propongo che d'ora in poi anche le soste delle processioni siano concordate con le forze dell'ordine, per evitare spiacevoli sorprese. A Monreale, per la festa del Crocifisso, facciamo così già da qualche anno”. Monsignor Pennisi ha dedicato negli ultimi anni molta attenzione al rinnovamento della formazione e dell’azione delle confraternite, in un territorio che abbraccia numerosi paesi ad alta densità mafiosa, da Corleone a San Giuseppe Jato. E’ in vigore anche un decreto che da due anni “obbliga le confraternite ad inserire negli statuti che tutti coloro, che appartengono ad associazioni di stampo mafioso o a associazioni più o meno segrete contrarie ai valori evangelici o hanno avuto sentenze di condanna per delitti passate in giudicato, non possono far parte di associazioni religiose, confraternite, comitati festa o consigli pastorali”.
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