giovedì 21 marzo 2013
Subito dopo la sentenza della Corte di Cassazione, la madre del piccolo Lorenzo è andata a riprendersi il figlio nella casa dell'ex marito. Una dolorosa vicenda destinata a trascinarsi ancora a lungo.
La sentenza della Cassazione: «Il caso va riesaminato»
SECONDO NOI Bambini nel flipper
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È già tornato a casa con la madre Lorenzo, il bambino di 10 anni di Cittadella (Padova) al centro di una dura controversia tra i genitori per la quale la Cassazione ha emesso una nuova sentenza che ha dato ragione alla donna. «È tornato con me ieri sera - ha detto la donna -. Mi ha detto “Mamma riportami a casa, voglio che finisca questo incubo”».La donna, che non aveva trovato subito il figlio nella casa-famiglia di Padova dove è ospitato, si è presentata a casa del padre, fino a ieri unico affidatario, mostrando copia della sentenza dei supremi giudici che avevano cassato il decreto della Corte d'Appello di Venezia. «Lui - ha detto, riferendosi all'ex coniuge - ha richiuso subito la porta, ma il bambino ha sentito la mia voce ed è uscito dalla casa, salendo nella mia macchina». Ma la guerra tra i genitori di Leonardo - combattuta dentro e fuori le aule del tribunale- è destinata a durare ancora a lungo. I giudici della Cassazione hanno infatti disposto un nuovo processo davanti alla Corte d'appello di Brescia. Lo scorso ottobre è stato trasmesso da tutte le rete televisive il filmato che ritrae il ragazzino, dieci anni, mentre urla e si divincola steso a terra davanti alla scuola, trascinato dagli agenti che, per decisione della Corte d'appello di Venezia, vogliono allontanarlo dalla madre per affidarlo a papà. Anzi, a una casa famiglia dove sarà al riparo dall’influsso negativo che, secondo i giudici, la mamma esercita sul piccolo.Al centro dell'intricata vicenda, la “Pas” sigla che sta per “Sindrome da alienazione parentale”. Patologia di cui soffrirebbe il bambino che, in base a quanto riportato da una consulenza tecnica effettuata durante il processo, avrebbe un «forte conflitto di fedeltà nei confronti della madre» e un «ingiustificato rifiuto di rapporti con il padre». Una perizia contestata dalla madre di Leonardo davanti ai giudici di Cassazione.«Lei sta parlando con un uomo a cui hanno portato via ieri sera suo figlio, in che stato d'animo dovrei essere? Grazie al decreto della Corte d'Appello di Venezia avevo recuperato mio figlio, dopo anni in cui non ero più riuscito a vederlo, non sapevo neppure se era vivo o morto...». Così il papà del bambino di Cittadella commenta amaramente la sentenza della Corte di Cassazione che ha recepito il ricorso della madre.E il padre, che di professione fa l'avvocato, spiega: «ieri sera, quando sono venuti a prenderlo, eravamo a cena assieme, era tranquillo, e contento. In questi mesi avevamo recuperato un bel rapporto, era tornato a chiamarmi papà, mi buttava le braccia al collo e mi baciava, prima non lo faceva. Adesso la Cassazione ha detto che tutto questo non è vero, rimanda mio figlio alla madre, e io non so se lo rivedrò piu».
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