giovedì 29 luglio 2010
Sulla vicenda indaga la Procura di Padova a far luce su un aborto eseguito nell'ospedale da una donna alla 26ma settimana. La donna temeva che il feto potesse avere una malformazione.
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Sarà la Procura di Padova, che ha aperto un fascicolo sul caso, a fare luce su un aborto eseguito nell'ospedale civile dalla figlia di un medico chirurgo alla 26/a settimana di gestazione. Ad eseguire l'interruzione di gravidanza, ben oltre i limiti di legge, è stato un ginecologo della Divisione di Ginecologia dell'ospedale padovano. È stato il primario della divisione, Daria Minucci - riferiscono i giornali locali - a segnalare il fatto alla magistratura.La donna temeva che il feto potesse avere una malformazione, sulla base dell'esito di una ecografia fatta a Bologna ai primi giorni di luglio. Una analisi morfologica compiuta sul nascituroa Padova non aveva indicato invece anomalie. Con questo terribile sospetto la donna si è presentata al ginecologo della divisione padovana, chiedendo di poter abortire e affermando di essere alla 22/a settimana (entro i termini perciò per un aborto terapeutico). Ma ad interruzione eseguita è stato poi l'anatomopatologo che ha esaminato il corpicino ad accorgersi che il feto, tra l'altro perfettamente sano, non poteva avere solo 22 settimane. Così è scattata la segnalazione, che ora porterà il ginecologo, e probabilmente la stessa paziente, davanti ai magistrati. L'ipotesi di accusa potrebbe essere di interruzione volontaria di gravidanza oltre i termini previsti dalla legge 194.
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