martedì 14 settembre 2010
Vasta operazione della Guardia di Finanza di Padova per contrastare il ricorso al lavoro nero, con 100 uomini dispiegati in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana per disarticolare un sistema di caporalato che avrebbe coinvolto un migliaio di lavoratori. Risultano indagate 21 persone, 3 gli arrestati. Sequestri per oltre 18 milioni di euro.
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Una vasta operazione della Guardia di Finanza di Padova è in corso dalle prime luci dell'alba per contrastare il ricorso al lavoro nero. Oltre 100 uomini delle Fiamme Gialle sono dispiegati in quattro regioni, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana, per disarticolare un sistema di caporalato che avrebbe coinvolto un migliaio di lavoratori. In tutto risultano indagate 21 persone, 3 gli arrestati e operati sequestri per oltre 18 milioni di euro tra beni mobili ed immobili.Tra essi: esercizi commerciali che fruttavano incassi in contanti per almeno 10mila euro al giorno, ottanta conti correnti, quote azionarie di società, terreni, fabbricati. Le indagini sono state avviate due anni fa e hanno portato alla luce un sistema di cooperative legate soprattutto al facchinaggio che, apparentemente regolari nel rapporto col fisco, in realtà celavano una rete di malaffare preoccupante: i lavoratori venivano vessati quotidianamente, percepivano stipendi mensili riportati su buste paga falsificate (parte della retribuzione veniva saldata in nero) venendo così privati di qualsivoglia garanzia per il futuro (secondo quanto emerso dalle indagini infatti i contributi non venivano pagati).La rete incaricata di gestire la forza lavoro faceva riferimento a un imprenditore padovano, un consulente fiscale e una consulente del lavoro. Sotto di loro caporali reclutati tra malavita, tossicodipendenza e personale legato ad alcuni locali notturni. Le accuse mosse alle 24 persone coinvolte (tre in manette e 21 indagati) sono associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, truffa aggravata ai danni dello Stato e falso materiale.
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