sabato 17 luglio 2010
Il Cavaliere parla di «vergognosa montatura» per coinvolgere lui e il Pdl «in vicende poco chiare». Lo scopo, dice, è «ribaltare per via giudiziaria il risultato delle urne, ma non c’è alternativa». Alfano sui giudici coinvolti: niente caccia alle streghe.
- Cosentino interrogato in Procura a Roma
COMMENTA E CONDIVIDI
Lo sfogo inizia a Palazzo Chigi, durante il Consiglio dei ministri. Silvio Berlusconi ha davanti i giornali italiani e ancora una volta si sente vittima, braccato, sotto attacco da più fronti. Denuncia il tentativo di «delegittimazione», ma rispolvera l’inossidabile ottimismo e – malgrado le tensioni interne sempre più forti – invita tutti ad andare avanti: «Non c’è da essere preoccupati, occorre continuare a lavorare con tranquillità». Senza dare «retta ai giochi di palazzo. Parliamo dei fatti e dei risultati che abbiamo raggiunto». Poi lascia passare qualche ora e il messaggio consegnato ai ministri lo gira direttamente al "suo popolo", il Pdl. «Siamo di fronte all’ennesimo tentativo della sinistra di ribaltare per via giudiziaria il risultato delle urne».E il premier va giù con uno sfogo, che vuole essere di sprone ai "Promotori della libertà", chiamati a diffondere «nei gazebo» il Berlusconi-pensiero. Ma anche e soprattutto i successi del suo governo. A cominciare da quelli contro la criminalità, offuscati dall’inchiesta sulla P3 e sull’eolico. E allora i numeri delle vittorie contro la criminalità organizzata sono «un messaggio preciso che fa anche piazza pulita del clima assurdo e giacobino, creato da alcuni giornali che stanno mettendo in atto una nuova vergognosa montatura», insiste Berlusconi.I fatti, però, continua il premier, offrono «ancora una volta la fotografia delle due Italie». Quella che ha approvato la manovra e si appresta a varare la legge contro le intercettazioni, che, dice, «presto condurremo in porto, per ridare agli italiani la libertà di usare il telefono senza correre il rischio di vedersi pubblicate sui giornali le proprie vicende private, come succede ora». E poi l’Italia dei giornali "nemici", «che continuano con le calunnie».Ora, nel calderone, finiscono anche pezzi della magistratura. Ma il ministro della Giustizia Angelino Alfano precisa: «Abbiamo una certezza: che il sistema-giustizia ha dentro di sé tutti gli anticorpi per reagire». E sulla linea berlusconiana conferma che «non si può fare di tutta l’erba un fascio e non si può dare la caccia alle streghe».Per ora, comunque, l’entourage del premier è certo che la vera caccia sia proprio contro Berlusconi. A difenderlo, il suo avvocato e deputato Ghedini, che vede smentiti dai fatti «gli articoli apparsi in questi ultimi giorni» dai quali si dovrebbe desumere «che vi fosse una consapevolezza da parte del presidente Berlusconi di attività antigiuridiche di terzi, peraltro ancora da comprovare». I riferimenti a "Cesare" non vanno giù al responsabile giustizia pdl. Una difesa stigmatizzata da Orlando (Idv), che invita «a rispettare l’operato della magistratura e dei carabinieri che con la loro precisa informativa danno un quadro agghiacciante di questa vicenda eversiva». Parole contro le quali lo stesso Ghedini annuncia querela.Clima ancora o forse anche più incandescente, dunque. E dal Pd il segretario Pierluigi Bersani è certo che, «invece di minimizzare la questione P3, Berlusconi dovrebbe venire in Parlamento».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: